Concluso tragicamente il sequestro del giovane Gian Carlos Colasante

CARACAS – Si sono svolti oggi i funerali del giovane italo-venezolano Gian Carlos Colasante, barbaramente assassinato ieri notte ed abbandonato lungo la superstrada Guarenas-Caracas, una delle principali arterie che unisce la città dormitorio con la capitale.

Il giovane era stato sequestrato il 26 ottobre scorso nel quartiere Loma Linda di Guatire. E da allora la famiglia, oriunda di Introdacqua in provincia dell’Aquila, aveva mantenuto aperti tutti i canali di comunicazione con i sequestratori. Dopo lunghe e snervanti negoziazioni, si era raggiunto un accordo: la famiglia avrebbe pagato il riscatto. Sembra che fossero stati chiesti oltre 2 milioni di bsF.

Il pagamento della somma richiesta doveva avvenire martedì será ma pare che, proprio nel luogo stabilito per la consegna del denaro, fosse stato istituito un posto di blocco del «Grupo Antisecuestro y Antiextorsión» della Guardia Nacional (il corpo di polizia militarizzata molto simile a quello dei Carabinieri in Italia). Si presume che i delinquenti, vedendosi in pericolo, si siano dati alla fuga. Secondo una prima ricostruzione dei fatti realizzata dalla «scientifica» venezolana, il giovane avrebbe tentato la fuga provocando la reazione dei malviventi. Gian Carlos, infatti, è stato ritrovato con ben 9 colpi di pistola alle spalle e due ad una gamba.

Circa due settimane fa, il commissario Wilmer Flores, Direttore della «scientifica», aveva informato in conferenza stampa che il 95 per cento dei sequestri avvenuti a Caracas e negli Stati Vargas e Miranda, erano stati risolti positivamente. Ovvero, senza vittime. Non è stato questo, purtroppo, il caso di Gian Carlo Colasante. Il suo è il secondo sequestro in un mese conclusosi con un assassinato. Il 13 ottobre, la polizia incontrò il corpo senza vita di Gerardo Royela Calleja (77 anni). I familiari non erano riusciti a riunire la quantità di denaro richiesta dai malviventi.