Fini: «Il premier si dimetta»

ROMA – Se vuole rilanciare il patto di legislatura, senza limitarsi al «compitino» dei 5 punti, Silvio Berlusconi «dia un colpo d’ala, salga al Colle, si dimetta ed apra la crisi di governo»: è l’ultimatum che Gianfranco Fini lancia al presidente del Consiglio dalla convention di Fli chiarendo: in caso contrario la delegazione dei futuristi uscirà dall’Esecutivo.

– Berlusconi – spiega il presidente della Camera – deve mostrare il coraggio politico che ha già dimostrato. Lui deve dare un colpo d’ala, prendere la decisione di rassegnare le dimissioni, salire al Colle, dichiarare che la crisi è aperta di fatto e arrivare a una fase in cui si ridiscuta l’agenda, il programma, si verifichi la natura della coalizione e la composizione del governo. Ove ciò non avvenga, se non ci sarà un colpo d’ala da parte di Berlusconi e lui darà ascolto ai cattivi consiglieri, é evidente che Ronchi, Urso, Menia e Bonfiglio non rimarranno un minuto in più nel governo. Perché – sostiene il presidente della Camera – il problema per noi non è il gioco del cerino o di chi stacca la spina. E’ chiaro che se continuiamo con le furbizie e i tatticismi la spina la staccheranno gli italiani che sono stanchi di un governo che non governa.

Da subito Fini manifesta il «desiderio di voltare pagina» rispetto a un «governo che più che del fare sembra del ‘fare finta’», rilevando che l’Italia «non è il Paese dei balocchi che descrive Berlusconi».

Il presidente della Camera rivendica che Fli è «politicamente determinante per le sorti del governo e ancor di più per l’avvenire della nostra patria», che «aveva nostalgia di una politica diversa, pulita, fatta nel nome di valori e di ideali». Ribadisce che Futuro e Libertà «non è contro il Pdl né contro Berlusconi, ma ha semplicemente un progetto più ambizioso: noi siamo oltre il Pdl e oltre Berlusconi». – Quella pagina – prosegue Fini – si è chiusa o si sta chiudendo perché non è stata capace di incarnare desideri e progetti. La grande rivoluzione liberale non si è mai realizzata se non in minima parte Dal palco di Bastia Umbra il presidente della Camera attacca senza mezzi termini la Lega, che accusa di detenere la ‘golden share’ del governo.

– Non c’é in nessuna parte dell’Europa, e lo dico a ragion veduta – dice – un movimento politico come il Pdl che sui diritti civili è così arretrato culturalmente a rimorchio, anche qui, della peggior cultura leghista. Carroccio che, a parere di Fini, controlla il ministro Tremonti che usa «i fondi Fas come un bancomat».

Secco il primo commento di Silvio Berlusconi che non sarebbe intenzionato a dare le dimissioni. Ed infatti, avrebbe detto ad alcuni dirigenti del Pdl che « Gianfranco Fini ritiene conclusa l’esperienza di governo deve avere il coraggio di assumersi la responsabilità di votare contro in Parlamento».

Le stesse fonti spiegano che queste primissime valutazioni saranno approfondite nel pomeriggio quando verrà fatto un punto della situazione per definire la linea. – Fini? Per adesso sto dietro il cespuglio… – Lo ha detto Umberto Bossi all’ANSA, che gli aveva chiesto di commentare le parole del presidente della Camera.