Regge l’asse Pdl-Lega, Berlusconi rassicura sul federalismo

MILANO – Via Bellerio-Arcore, andata e ritorno. E’ corsa su questo asse, in senso politico ma anche in senso fisico, ieri pomeriggio la strategia leghista nel giorno dopo lo strappo di Fini, all’insegna dei motti ‘Avanti con l’azione di Governo’ e ‘prima cosa il federalismo’. Incontro preparatorio nella sede federale leghista poco dopo le 13, poi trasferimento in massa di Bossi e dei suoi uomini nella residenza del Premier, due ore di incontro e poi di nuovo via, la carovana di auto leghista è tornata in via Bellerio. Dove è stato materialmente stilato lo stringato comunicato che conclude la giornata e sintetizza l’esito del vertice con Berlusconi: ‘’incontro postivo e proficuo’’ con la decisione ‘’di proseguire con l’azione riformatrice per realizzare il programma’’.


Sintonia che riguarda anche ‘’i problemi del Paese e le azioni da realizzare’’ a partire da una cosa assai cara al cuore leghista, la situazione del Veneto colpito dall’alluvione. E così oggi Berlusconi e Bossi faranno insieme un sopralluogo nei comuni più colpiti con il presidente veneto Zaia. Un atto simbolico cui Bossi tiene molto. Insomma alla fine della giornata Bossi fa spuntare un poco la sua ombra dal ‘’cespuglio’’ dietro al quale ieri si era sistemato, in attesa di valutare meglio la situazione dopo le parole di Fini.


Certo, la Lega mantiene il silenzio, i suoi dirigenti sfuggono ai cronisti appostati fuori dalla sede del Carroccio e dalla villa di Arcore. E del resto la scelta di affidarsi ad un testo scritto e ponderato, decisamente generico, è stata fatta altre volte dai Lumbard in momenti critici. Certamente, il malumore verso Fini è forte e, stando ad ascoltare Radio Padania, sfogatoio della pancia leghista i toni sono davvero decisi. Con qualche contenuto malumore anche nei confronti di Berlusconi:
– Se Silvio dava ascolto ad Umberto…. – ha detto in giornata più di un militante nei telefoni aperti, e cioè se Berlusconi avesse ascoltato Bossi quando il leader del Carroccio, prima dell’estate aveva suggerito elezioni anticipate.


Per Fini i toni sono stati pressochè tutti negativi: ‘’A casa!’’ o, dal Veneto incattivito ‘’Siamo qui nella m…fino al collo, siamo qui a spalare e adesso arriva Fini con le sue balle sulla prima Repubblica! Basta! Fini è il peggio’’. E via cantando. Se la base si sfoga, i vertici della Lega invece stanno, come si dice, abbottonati. Troppo delicato il momento, elevatissima l’attenzione a non offrire il fianco a polemiche o incidenti: sullo sfondo c’è il federalismo e Bossi tiene volutamente un profilo basso per cercare di condurre la nave in porto. Pone dei paletti precisi la Lega, ci sono appuntamenti che non possono e non debbono saltare e lo dice chiaramente a Berlusconi. Il quale in serata gli manda una rassicurazione: il federalismo si farà prima di Natale. Frutto della strategia del cespuglio? Difficile a dirsi oggi. Ma, da quel cespuglio Bossi, al momento, ancora non è del tutto uscito, con quella cautela che lo ha sempre contraddistinto nei momenti topici.