Sacconi: «Dare aiuti solo a sposi con figli»

ROMA – E’ iniziata tra le polemiche questa mattina la seconda Conferenza nazionale della Famiglia in programma fino a mercoledì a Milano. A far discutere sono stati gli interventi del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, con delega alla famiglia, Carlo Giovanardi, che ha attaccato le biotecnologie responsabili, secondo l’esponente del governo, di togliere ai figli il diritto di nascere con una identità certa, e del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che ha evidenziato come le politiche pubbliche debbano sostenere solo la famiglia tradizionale con figli. Salvo poi, fare marcia indietro, precisando che gli aiuti sono previsti anche per le coppie di fatto.


Dopo il forfait del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ad aprire i lavori a Milano è stato proprio Giovanardi che ha annunciato un grande piano nazionale per la famiglia. L’obiettivo del governo è quello di elaborare un «quadro organico e di medio termine per le politiche rivolte alla famiglia. Finora invece hanno prevalso logiche di interventi frammentati e di breve periodo».


Giovanardi ha citato tre aree di intervento per il futuro: la riforma fiscale («Non so se si chiamerà ‘Quoziente familiare’ o ‘Fattore famiglia’, ma il nuovo fisco dovrà tenere conto dei numeri dei componenti della famiglia»), la conciliazione tra tempi di vita e quelli di lavoro e la necessità di un nuovo quadro delle competenze dello Stato nel settore della Famiglia.
– Le statistiche – ha osservato – dimostrano che c’è una seria crisi della natalità e dell’istituto matrimoniale.
Il sottosegretario è quindi tornato a difendere la legge 40 sulla fecondazione.


– I progressi della scienza e le biotecnologie possono togliere ai figli il diritto di nascere all’interno di una comunità d’amore con una identità certa e materna – ha detto nel suo intervento. Giovanardi ha poi ricordato che un referendum ha confermato la legge che «consente di ricorrere alle cosiddette tecniche procreative omologhe e non a quelle eterologhe».


– Questa scelta però – aggiunge – viene contestata da chi in nome del desiderio di genitorialità ritiene lecito e possibile ricorrere all’acquisto dei fattori della riproduzione procurandosi sul mercato materiale genetico in vendita.


Infine, riguardo al forfait del premier, il sottosegretario ha sottolineato:
– Contro Berlusconi ci sono piccole polemiche strumentali, leggo dei moralismi che mi fanno ridere. Ci sono pochi leader in Italia che hanno situazioni familiari ortodosse.


Oltre alle dichiarazioni di Giovanardi sulle biotecnologie, a scatenare le polemiche è stato anche l’intervento di Sacconi.
– Non occorre avere fede – ha spiegato il ministro a margine della Conferenza – per capire che le politiche pubbliche si occupano della famiglia fondata sul matrimonio e orientata alla procreazione.
Il ministro ha poi assicurato che le risorse da destinare alle famiglie «ci sono, ma devono essere riallocate, riorganizzate».


Le parole di Giovanardi e Sacconi non sono piaciute ad Anna Finocchiaro, presidente del Gruppo Pd al Senato, per la quale per coprire «i ‘discutibili’ comportamenti» di Berlusconi, costretto a «disertare» questo appuntamento, e «il nulla che questo governo ha fatto per le famiglie italiane, i due esponenti del governo si arrampicano, anche in modo arrogante e offensivo, in anatemi contro la ricerca scientifica, contro le famiglie ‘reali’ e in una difesa avventurosa della legge 40».
– C’è, nelle parole di Sacconi e Giovanardi – sottolinea -, una logica razzista che esclude, che parla di famiglie buone e famiglie cattive. E’ una logica per noi inaccettabile.


Davanti all’alzata di scudi, dal ministro Sacconi è arrivata una correzione di rotta. Sacconi ha precisato che anche per i figli delle coppie di fatto «ovviamente» sono previsti aiuti: «non sono un nazista», si è difeso. In una nota il ministro ha anche definito «incredibile come sia sufficiente richiamare gli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione per suscitare scandalo». Quindi ha sottolineato che «le politiche pubbliche si occupano della famiglia naturale fondata sul matrimonio in quanto orientata alla procreazione ma si occupano ovviamente anche della natalità più in generale, dentro e fuori il matrimonio».


Nel giorno di apertura del Forum il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato a Giovanardi un messaggio.
«La famiglia – si legge nel testo – è una straordinaria risorsa per l’intera collettività, è fondamento insostituibile per lo sviluppo e il progresso di una società aperta e solidale». «Sostenere e salvaguardare il miglior svolgimento delle sue funzioni – avverte il capo dello Stato – costituisce una doverosa attuazione dei principi sanciti al riguardo dalla Carta costituzionale».


Napolitano osserva che «la complessità dei temi all’esame della Conferenza richiama tutti i soggetti istituzionali all’esigenza di affrontare con determinazione e lungimiranza i problemi principali che ostacolano il formarsi delle famiglie: la precarietà e l’instabilità dell’occupazione, la difficoltà di accesso ai servizi e sostegni pubblici e la loro disomogenea distribuzione sul territorio nazionale».


Alla Conferenza è intervenuta anche il ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna.
– E’ assolutamente fondamentale intervenire sul fisco per potere aiutare le famiglie – ha sottolineato -. Questo è il prossimo obiettivo ambizioso che si pone il governo. Abbiamo dovuto tenere i conti in ordine, ora le prime risorse che saranno disponibili dovranno essere indirizzate alle famiglie.


Nel corso dell’intervento del ministro c’è stata una piccola contestazione da parte di una persona del pubblico che, mentre la Carfagna elencava interventi del governo a favore dei minori, le ha urlato: «vergogna» e «non ti vergogni a dire queste cose?».


Fuori dal Milano Convention Center si è svolto un sit-in di protesta. Il leader dei Radicali, Emma Bonino, partecipando al picchetto di fronte alla Conferenza, ha chiesto «un allargamento del concetto di famiglia e non una sua negazione».
– Non abbiamo nulla contro la famiglia tradizionale – ha precisato -, ma gli adulti del nostro Paese devono avere la libertà e il diritto di organizzare la propria vita affettiva come vogliono e come possono.