Governo, Berlusconi vuole andare avanti

La crisi al buio non ci sarà, ma dovrà essere formalizzata dinanzi al Parlamento. Dopo la tripla scivolata del governo di martedì a Montecitorio, con i deputati di Futuro e Libertà che fanno passare le mozioni dell’opposizione, rivendicano il diritto alle ‘mani libere’ e dimostrano che ‘la maggioranza non esiste più’, Silvio Berlusconi ribadisce la sua intenzione di ad andare avanti. Secondo quanto hanno riferito fonti parlamentari del Pdl, Berlusconi avrebbe tutte le intenzioni di ribadire il suo ‘no’ alla richiesta di dimissioni giunta domenica scorsa da Bastia Umbra e avrebbe ribadito di essere contrario ad una crisi pilotata.

Nel caso in cui una crisi di governo dovesse aprirsi, sarebbe stato il ragionamento ribadito del premier, questa dovrà consumarsi in Parlamento, con un voto di sfiducia da parte dei finiani. Berlusconi non investirebbe nemmeno troppe aspettative sull’incontro di stamattina tra lo stesso Fini e il leader della Lega. Tirare avanti per essere logorato, spiega la stessa fonte, non sarebbe assolutamente nell’interesse del premier. E che il faccia a faccia Fini-Bossi non sarà risolutivo lo pensano anche dalle parti di Fli. Un deputato finiano, alla domanda se ci sia una possibilità che grazie alla ‘mediazione’ del leader del Carroccio si possa trovare un’intesa, spiega che ‘va dato atto a Bossi di essere un grande animale politico e dunque sentiremo cosa avrà da dirci’.

Certo è, aggiunge, ‘che prima che si arrivi a votare il pacchetto sul federalismo dalle Camere passeranno diversi altri provvedimenti’. In ogni caso, aggiunge il coordinatore di Fli, Adolfo Urso “se entro la settimana non succede qualcosa noi ritireremo la nostra delegazione dal governo”. Anche sul fronte Pdl si nutrono pochissime speranze che la situazione possa risolversi. E non si nasconde anche un certo imbarazzo per la decisione di aver voluto investire Bossi della trattativa con Fini. La preoccupazione, ribadita da alcuni parlamentari, è che la Lega, una volta incassato il federalismo possa decidere di far fruttare le conquiste ‘romane’ con il suo elettorato del nord e staccare la spina al governo.

Intanto il Pd torna ad attaccare e valuta la possibilità di presentare una mozione di sfiducia al governo: “Diamo mandato – ha spiegato il segretario, Pier Luigi Bersani – ai gruppi parlamentari di avviare iniziative utili a formalizzare la crisi. Discutendo naturalmente con le altre forze di opposizione”. La road map ipotizzata dai Democratici prevede Un anno di governo di transizione, per fare la legge elettorale, per affrontare il problema dei giovani e abbozzare una riforma fiscale. Altrimenti – ha spiegato il segretario del Pd – si andrà a votare. E Antonio Di Pietro, leader dell’Idv, si rivolge proprio al Pd: “Bisogna pensare subito al dopo Berlusconi – sottolinea – In modo forte e chiaro dico: da oggi dobbiamo occuparci un pò meno di Berlusconi e un po’ di più del paese”.