Tassa sui single, piace al governo ma è polemica

MILANO – C’è chi l’ha chiamata ‘’tassa sul celibato’’ ma si legge ‘’aiuti alle famiglie con figli’’. Ossia, ‘’caricare’’ fiscalmente sui single per recuperare risorse da mettere a disposizione dei nuclei che hanno figli. La proposta – che riaccende anche le polemiche sulla contrapposizione famiglie tradizionali/famiglie di fatto e sugli aiuti relativi – è del sindaco di Roma Gianni Alemanno che della Conferenza nazionale della famiglia, suggerisce un percorso per la riforma fiscale ‘’amica della famiglia’’. Poi Alemanno ha però precisato che “non si tratta di aumentare le tasse ai single ma di concentrare gli sgravi sulle famiglie con più figli”.
– La pressione fiscale deve complessivamente diminuire – ha sostenuto -, dobbiamo però scegliere dove mirare queste riduzioni.


L’uscita del primo cittadino romano ha ricevuto in tempo reale la contrarietà del collega di Bari, Michele Emiliano. Mentre il sottosegretario Carlo Giovanardi, con delega alle politiche familiari e organizzatore dell’evento milanese, si è detto d’accordo e tutto fa pensare che, fatta salva l’incertezza politica, la proposta potrebbe prendere corpo. Sul palco della Conferenza, dove sedeva anche il sindaco di Milano Letizia Moratti, Alemanno – che chiede al governo di introdurre anche il quoziente familiare in questa legislatura (‘’se andremo a elezioni vorrà dire che il tema sarà al centro della campagna elettorale’’) – è stato chiaro:
– In un momento di crisi non si può dare tutto a tutti, bisogna sporcarci le mani. Se vogliamo aiutare le famiglie, quelle sposate, vuol dire aumentare le tasse ai single e alle coppie con pochi figli. Bisogna sfuggire alla tentazione di voler dare tutto a tutti, e quindi ai gay e ai single. Bisogna concentrarci sulla famiglia della Costituzione formata da un uomo e una donna che fanno figli.


Emiliano, che è stato fra i sindaci più applauditi, ha invece sottolineato che il suo punto di riferimento è l’articolo 3 della Costituzione, fermo restando che la famiglia è quella dell’articolo 29. Ma, ha osservato, ‘’ci sono bisogni simili che vanno trattati nello stesso modo”.
– Se si rompe il femore il compagno di un uomo – ha spiegato – è uguale che se se lo rompe la moglie di un altro. Sono magistrato e nella Costituzione non ho trovato motivo per discriminare queste situazioni. Tasse maggiori per i single non risolve il problema.


– Alemanno ha ragione – ha commentato Giovanardi, per il quale una riforma fiscale per sostenere la famiglia va fatta. Questa riforma, a suo avviso, si deve far carico di razionalizzare le enorme risorse che ci sono, mentre quelle che mancano dovranno essere trovate con operazioni di equità sociale -. La famiglia è quella in cui vivono i figli, per aiutare questa bisognerà caricare su altri, su quelli che non accumulano su questo capitale sociale che sono i figli. Non si tratta di ipotizzare una tassa sul celibato – ha osservato il presidente del Fourm delle associazioni familiari Francesco Belletti – ma di redistribuire i carichi fiscali più equamente sostenendo chi investe sul futuro del paese attraverso i figli.


Fra chi ha contestato la proposta la parlamentare dell’Idv Silvana Mura, che ha chiesto sostegni anche alle famiglie di fatto con figli.