Botta e risposta tra Maroni e Saviano Il ministro: “Sono pronto a querelarlo”

Tanto successo quante polemiche. “Vieni via con me”, il programma di Rai Tre di Fabio Fazio e Roberto Saviano che lunedì ha ottenuto un ascolto di 9 milioni 32mila telespettatori, continua a far discutere. Dopo che il ministro dell’Interno Roberto Maroni commentando il monologo di Roberto Saviano (in particolare il passaggio: “Al Nord la ‘ndrangheta interloquisce con la Lega”) aveva detto di sentirsi “come ministro e ancora di più come leghista offeso e indignato” e chiesto al Cda della Rai il diritto di replica, non si è fatta attendere la risposta dell’autore di “Gomorra”.

”Sulla bocca del ministro dell’Interno certe parole sono davvero inquietanti” ha detto infatti Saviano in un’intervista a Repubblica. Dalle pagine del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari lo scrittore ha respinto le critiche del ministro che ha definito “infame” la sua ricostruzione sulle infiltrazioni della criminalità organizzata in Lombardia e lo ha invitato a ripetere quanto raccontato in trasmissione “guardandolo negli occhi”: “La mia risposta è dove e quando vuole: posso guardare negli occhi tutti” afferma Saviano, che poi aggiunge: “Mi ha ricordato un altro episodio. Su Repubblica scrissi una lettera a Sandokan Schiavone dopo l’arresto del figlio. Lo invitavo a pentirsi.

L’avvocato di Schiavone mi rispose: voglio vedere se Saviano ha il coraggio di dire quelle cose guardando Sandokan negli occhi. Per la prima volta da allora ho riascoltato questa espressione. E sulla bocca del ministro dell’Interno certe parole sono davvero inquietanti”. A questo punto Maroni risponde con l’ironia: “Se dovessero invitarmi andrò vestito da Sandokan”. Poi l’esponente della Lega continua in tono serio: “Troppo grave che Saviano mi paragoni a un boss della camorra. Chiedo a Saviano di smentire, altrimenti mi riservo ogni azione utile per tutelarmi di fronte a una frase così infamante”. La diatriba tra Saviano e Maroni va avanti. Da una parte secondo lo scrittore “si potrebbe fare molto di più anziché prendersela sempre con chi racconta”.

“Non ho fatto altro – precisa – che raccontare l’inchiesta condotta dalla Boccassini e da Pignatone”. Dall’altra il ministro ritiene le dichiarazioni di Saviano “totalmente prive di fondamento”, “gravemente offensive e diffamatorie” nei confronti del movimento politico a cui appartiene. Nel frattempo il dibattito politico si infiamma: “Ho sempre difeso Saviano, ma ora basta: il suo accostamento di Maroni a Sandokan, oltre che inaccettabile, indica un uso del potere mediatico assolutamente irrispettoso delle norme” ha dichiarato il ministro per l’Attuazione del programma Gianfranco Rotondi. Secondo Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, “Saviano ha perso la testa. Le sue battute che tendono a stabilire una equiparazione tra Sandokan e Maroni, fra la Lega e la camorra, sono infatti inaccettabili e inquietanti”.

Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, si augura invece che Roberto Saviano “come persona e come scrittore trovi la serenità interiore di fermarsi a riflettere e anche di chiedere scusa” mentre in una nota il portavoce dell’Italia dei valori, Leoluca Orlando, attacca il ministro: “Maroni ha superato il limite, si ricordi che è il ministro dell’Interno. Dovrebbe difendere chi è minacciato dalle cosche e non minacciare e intimidire Saviano solo perché ha il coraggio di dire la verità”.