Tagli retroattivi per le Comere di Commercio? L’interrogazione del Sen. Micheloni (Pd)

ROMA – Evitare che si applichino alla Camere di Commercio italiane all’estero i tagli retroattivi previsti dal decreto legge «Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e competitività economica». Questo, in estrema sintesi, quanto sostiene il senatore del Pd Claudio Micheloni in una interrogazione presentata al Ministro Tremonti.


– L’articolo 7, comma 24 del decreto- legge 31 maggio 2010, n. 78 (recante «Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e competitività economica»), convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, – spiega il senatore eletto in Europa – ha previsto, a decorrere dall’entrata in vigore del decreto-legge medesimo, la riduzione degli stanziamenti sui capitoli iscritti per il 2010 agli stati di previsione delle amministrazioni vigilanti relativi al contributo dello Stato a enti, istituti, fondazioni e altri organismi per una quota pari al 50 per cento delle dotazioni dell’anno 2009; il medesimo comma stabilisce, inoltre, che i Ministri competenti, entro 60 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento, stabiliscono con decreto il riparto delle risorse rimaste disponibili nei suddetti capitoli, al fine di procedere alla razionalizzazione e al riordino delle modalità con le quali lo Stato concorre al finanziamento degli enti interessati dalla norma.


Il senatore Michelone precisa che «la suddetta decurtazione è stata applicata anche al capitolo 2501 del Ministero dello sviluppo economico che cofinanzia azioni di promozione realizzate all’estero da enti privati non vigilati dallo Stato e tra questi enti rientrano le Camere di commercio italiane all’estero che, in quanto associazioni di imprese di diritto privato estero e in virtù della loro autonomia statutaria, non possono essere ricondotte alla categoria degli enti vigilati dallo Stato e quindi andavano escluse dall’applicazione della norma; poiché questi organismi ricevono il cofinanziamento a seguito di azioni di promozione già realizzate l’anno precedente sulla base di programmi approvati dal Ministero, – rileva Micheloni – la decurtazione in questione in corso d’anno viene a ledere il principio della irretroattività della legge, arrecando un gravissimo pregiudizio a questi enti che non riescono a far fronte alle spese correnti, né tantomeno programmare le loro attività; considerato, inoltre, che la mancata emanazione dei decreti ministeriali ad oltre 150 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento, oltre a rappresentare una gravissima ed inaccettabile inadempienza da parte del Governo, sta ulteriormente penalizzando i soggetti interessati dalla norma, già duramente penalizzati dalla drastica riduzione delle risorse da parte dello Stato, che non riescono a far fronte alle spese correnti e, tantomeno a programmare alcun tipo di attività»


Il senatore, quindi, chiede di sapere «quali siano i gravi motivi per cui il Governo non ha ancora provveduto all’emanazione dei decreti ministeriali di cui all’articolo 7, comma 24, del decreto-legge n. 78 del 2010, nei termini previsti dal comma medesimo; se non si ritenga di dover provvedere con la massima urgenza all’emanazione di detti decreti al fine di consentire agli enti, istituti, fondazioni ed altri organismi previsti dalla norma di poter accedere ai contributi loro spettanti; quali siano stati i motivi per cui è stata effettuata una decurtazione a danno di soggetti nei confronti dei quali tale norma non risulta essere applicabile» e, infine, «se il Governo non ritenga di dover disporre gli atti necessari affinché la norma di cui all’articolo 7, comma 24, del decreto-legge non si applichi nei confronti dei soggetti di cui al capitolo 2501 del Ministero dello sviluppo economico non solo in quanto associazioni di imprese di diritto privato estero e in virtù della loro autonomia statutaria, ma anche in considerazione degli impegni economici già assunti dagli stessi».