Bossi: “Preferirei andare al voto anticipato” E Fini chiede a Berlusconi responsabilità

“Berlusconi andrà avanti”, ma “io preferirei andare alle elezioni”. Lo dice Umberto Bossi, conversando con i giornalisti a Montecitorio. “Berlusconi andrà avanti”, ha detto il leader della Lega, che non è così sicuro di ottenere la fiducia il prossimo 14 dicembre: “Non lo so, penso di sì”.

“Io – afferma il Senatur – preferire andare alle elezioni. Con il voto ci pensa il popolo a raddrizzare il governo”. Più tardi, attraverso un videomessaggio sul sito internet di Futuro e libertà. Gianfranco Fini ha lanciato un appello: “Da Perugia è arrivata la dimostrazione che in Italia c’è una destra che guarda al futuro, cosciente del grave momento in cui si trova il Paese: un momento che deve essere affrontato da tutti con la massima responsabilità, in primis da chi ha avuto l’onere e l’onore di governare e deve onorare quell’impegno attraverso un’agenda di governo. Vedremo nei prossimi giorni cosa accadrà”. Sono giorni convulsi nei palazzi della politica in attesa dell’approvazione della legge di stabilità e della successiva discussione in Parlamento della crisi, che approderà alle Camere il 13 dicembre.

L’opposizione accusa Berlusconi di dar vita a un tentativo di compravendita di parlamentari che assicurino una continuità al suo governo, ma la maggioranza respinge le accuse. “Siamo in piena palude, dove tutti stanno cercando di salvare la poltrona – attacca Antonio Di Pietro – e con un premier che ha dato mandato a specifici suoi emissari di comprare il consenso”. “Questa non è democrazia – aggiunge – questa è, da una parte dittatura, e dell’altra ridicolo. Il ridicolo che copre questo parlamento che tira a campare perché non riesce ad assumersi le sue responsabilità”.

“L’opposizione è un po’ strabica – replica il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto – quando c’è un parlamentare della maggioranza che esce dalla maggioranza è un fatto di grande democrazia, se succede l’inverso allora è un fatto di compravendita”. “Il primo governo presieduto da un post comunista, quello di D’Alema – aggiunge Cicchitto – nacque perché parlamentari provenienti da Forza Italia si spostarono e votarono per quel governo. In quel caso non fu compravendita, ma un’operazione nobilissima. Se succede l’inverso si tratta di mercato delle vacche, e’ una visione leggermente unilaterale”.

Quanto agli scenari che potrebbero aprirsi in caso di crisi, la maggioranza si mostra compatta sulla necessità di proseguire l’azione di governo: “Credo che il lavoro del governo meriti la fiducia e il 14 dicembre il governo potrà riprendere la propria marcia”, dice il ministro della Giustizia, Angelino Alfano. “Il governo non si rafforza né si indebolisce – aggiunge Ignazio La Russa, coordinatore del Pdl e ministro della Difesa – Sta lavorando, le chiacchiere stanno a zero. Noi lavoriamo, siamo il governo del fare, le chiacchiere le lasciamo agli altri”.