Dai consiglieri otto proposte per migliorare i servizi e la rete consolare italiana all’estero

Sono otto le proposte uscite dal Cgie sul tema dei ‘servizi e rete consolare’ durante l’assemblea plenaria a Roma. Innanzitutto “rivedere negli uffici consolari l’attuale sistema di call center, perché esasperano gli utenti e ingrassano le compagnie telefoniche, e non limitare a internet il sistema di prenotazione degli appuntamenti poiché esclude buona parte dell’utenza; apportare dei risparmi declassificando l’attuale rete consolare, evitando le chiusure di sedi dove sono presenti importanti comunità italiane le quali hanno bisogno più di servizi che di diplomatici; nelle circoscrizioni molto ampie territorialmente utilizzare un funzionario itinerante per raccogliere le impronte digitali dei richiedenti il passaporto, come già sta avvenendo con successo ad esempio nel consolato generale di Los Angeles; potenziare e regolamentare meglio la rete dei corrispondenti consolari; ove si sia costretti a delle chiusure di uffici e vi sia presente una numerosa comunità, aprire degli sportelli consolari come già è stato fatto a Norimberga e Saarbrucken con soddisfazione degli utenti; mantenere ed estendere la rete degli uffici onorari i cui titolari siano consapevoli e disponibili anche a garantire gratuitamente i servizi agli italiani che vi si rivolgono; pur tenendo conto delle esigenze operative del Mae, valutare la possibilità di un eventuale maggior utilizzo di personale contrattista locale nelle sedi consolari all’estero, anche se già oggi, al netto di diplomatici e dirigenti, su 5031 impiegati i contrattisti sono sono 2622 e cioè il 52%; dare, infine, attuazione all’articolo 11 della legge 152/2001 stipulando la convenzione Mae-Patronati, che consentirebbe un utilizzo migliore delle sinergie delle due reti erogatrici di servizi di cui si possono avvalere gli italiani all’estero”.

Secondo la relazione redatta dal consigliere Dino Nardi, “il degrado che ha raggiunto la nostra rete diplomatico-consolare nel mondo è dovuto a un impoverimento quantitativo e qualitativo avvenuto progressivamente negli ultimi lustri con una impennata in questi ultimi anni. Ancora oggi è in atto la micidiale ristrutturazione della rete che riguarda ben 23 rappresentanze diplomatico-consolari, di cui 19 in aree di forte emigrazione italiana, tra declassamenti e chiusure già iniziate a fine 2009 e che si concluderanno entro il 2011”.