‘L’Aquila chiama Italia’, in piazza per la ricostruzione

L’AQUILA – Migliaia di persone in Piazza d’Armi per la manifestazione ‘L’Aquila chiama Italia’ organizzata per chiedere garanzie sulla ricostruzione e per richiamare attorno al dramma del terremoto e ai tantissimi problemi irrisolti l’attenzione del Paese.

La manifestazione è stata promossa dall’Assemblea del Presidio permanente di piazza Duomo. All’ingresso della città, interdetta al traffico su disposizione del sindaco Massimo Cialente che ha autorizzato anche la chiusura delle scuole già dalle 11, campeggiavano una lavatrice e dei panni stessi, con lo slogan «Basta speculare sui nostri panni». Qui è stato disposto il primo punto raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare sulla ricostruzione, condivisa con diverse forze politiche.

Il corteo, accompagnato da un imponente dispiegamento di poliziotti per evitare disordini, ha attraversato la martoriata via XX Settembre per raggiungere piazza Duomo. Fra le prime delegazioni a giungere a L’Aquila quelle di Terzigno (Napoli) e Boscoreale (Napoli).

Alla manifestazione partecipano tante espressioni politiche e istituzionali. In primo luogo il Comune dell’Aquila che ha votato l’adesione all’unanimità, sindacati, associazioni, l’università e la locale squadra di rugby, gloria sportiva della città; sono attese rappresentanze di altri Comuni del ‘cratere’.
Sono state registrate anche alcune defezioni come quelle dei sindaci di sette comuni terremotati (Barete, Cagnano Amiterno, Capestrano, Capitignano, Caporciano, Carapelle Calvisio, Poggio Picenze) che ritengono, come l’Amministrazione provinciale dell’Aquila, che ci sia in questa vicenda tanta strumentalizzazione della sinistra.

Vi sono state poi rappresentanze del Pd, Radicali, Sel, Prc, Sinistra critica, Psi, Comunisti italiani e Italia dei Valori. Lo stesso Antonio Di Pietro nei giorni scorsi aveva parlato più volte del significato di questo appuntamento.