Il Comites di Manchester contro la chiusura del Consolato

MANCHESTER – La chiusura del Consolato Italiano di Manchester è l’oggetto di una lettera inviata da Bruno Cabrelli, Presidente del Comites di Manchester, al ministro degli Esteri, Franco Frattini, al Sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, al Senatore Raffaele Fantetti, all’On. Aldo Di Biagio, all’On. Guglielmo Picchi, al Direttore Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie Dott.ssa Carla Zuppetti, all’Ambasciatore a Londra Sua Eccellenza A.G.M. Economides e al reggente del Consolato d’Italia a Manchester Dott. Arturo Camillacci.

Facendo riferimento alla lettera inviata dal Comitato lo scorso Giugno 2009, «nella quale si esprimeva il disappunto di tutta la Comunità residente nella nostra Circoscrizione per l’allora «paventata» ed oggi «certa» chiusura del Consolato di Manchester», nella missiva Clabrelli così scrive: «è ormai evidente che qualsiasi appello, iniziativa o protesta proveniente dalla nostra Comunità o dalle varie rappresentanze elette qui all’Estero, rimane inascoltata o completamente ignorata dal Governo. Nessuno presta attenzione alle mille motivazioni esposte con le quali si è tentato di spiegare che la presenza del Consolato nel Nord della Gran Bretagna è ancora indispensabile alla nostra comunità di vecchia o nuova emigrazione».

«Il Governo – si legge nella lettera – continua ad asserire che la riorganizzazione della rete consolare è assolutamente necessaria per il risanamento delle casse dello Stato sulle quali, a quanto pare, il nostro Consolato e la nostra Comunità gravano terribilmente e nessuno prende nota o ha preso nota che il Consolato di Manchester, porta alle casse del Tesoro circa 75mila sterline!».

«Il Governo – si aggiunge ancora – continua a parlare dei Consolati digitali, grazie ai quali, con un colpo di mouse, verrà sostituito un apparato presente sul territorio da oltre 30 anni senza dover prendere appuntamenti, senza dover avere degli uffici, senza necessità di interloquire con nessuno. Tutto digitale, tutto virtuale, come virtuale appare la conoscenza che hanno i nostri Legislatori delle realtà all’estero».
«Questa lettera – conclude Cabrelli – non vuol essere una polemica ma un appello accorato degli italiani del Nord d’Inghilterra affinché non venga loro sottratto un servizio indispensabile, non venga demolito il ponte di collegamento più immediato tra loro e l’Italia, affinché non si dia vita all’unanime sfiducia di 30mila italiani verso il loro Paese».