Maroni: «Andremo avanti anche in caso di crisi di governo»

ROMA – Avanti con il federalismo anche in caso di crisi di governo. La Lega, con il ministro dell’Interno Roberto Maroni, ribadisce il proprio imperativo: ‘’resistere’’ per conquistare la riforma anche in caso di crisi o elezioni anticipate e ‘’poi succederà quel che deve succedere’’.


Il Carroccio, che da sempre indica la via del voto a marzo come preferibile rispetto a un governo che dal 14 dicembre sia costretto a vivere alla giornata, guarda con scetticismo ai prossimi giorni.
– Non so neanche se riusciremo a fare il decreto di fine anno – allarga le braccia le Maroni. Ma il federalismo, quello, deve andare in porto. E allora al prossimo Consiglio dei ministri un pezzettino del Piano del Sud che verrà presentato dal ministro per gli Affari Regionali Raffaele Fitto, sarà rappresentato dal decreto del federalismo per la perequazione infrastrutturale. Mentre il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli ha già pronti gli ultimi due decreti della riforma, quello sui premi e le sanzioni per gli enti locali e quello sull’armonizzazione dei bilanci dei vari livelli di governo.


Oggi, poi, il governo incontrerà le Regioni per discutere del decreto sui costi standard della sanità ma anche, a ricasco, dei tagli che li hanno riguardati nell’ultima manovra finanziaria. La richiesta dei governatori è quella di incontrare direttamente il ministro del Tesoro Giulio Tremonti, ma non è certo che questo possa avvenire già domani.


Intanto dal presidente della Camera Gianfranco Fini arriva la richiesta che la riforma sia inquadrata in una cornice complessiva che comprenda anche un restyling dell’articolo 117 della Costituzione: ovvero, per tradurre, portare a termine il ddl sul Codice delle Autonomie, fermo da tempo al Senato dopo l’ok della Camera.