Hernanes non basta, il Milan resta a + 3

ROMA – Olimpia fa tre giri beneauguranti sul tetto fatto di cielo dell’Olimpico, ma stavolta i tre punti non arrivano. L’aquila biancoceleste si deve accontentare di un pareggio, perché se il Catania non mette a segno lo sgambetto della scorsa stagione che costò la panchina a Ballardini, inaugurando l’era Reja, certo con l’1-1 costringe la Lazio a una brusca frenata in casa.

La squadra di casa non riesce a vincere la sfida con gli etnei a cui pure teneva tanto proprio per misurare il suo valore in campionato dopo i brividi provati durante le settimane da capolista, e manca così l’occasione di riavvicinarsi al Milan che nonostante il pari con la Samp nell’anticipo di sabato si coccola ancora il primato solitario. A Reja non basta Hernanes, che ha comunque numeri da gigante: e il match si risolve tutto nel botta e risposta nel giro di due minuti alla fine del primo tempo tra il brasiliano costretto a recuperare con una sua perla lo svantaggio inatteso dei padroni di casa choccati da un colpo di testa di Silvestre. Stavolta però il tecnico friulano non azzecca tutte le mosse, come aveva fatto tante volte in passato: conferma Zarate da solo in avanti, suo riferimento nella formazione standard, ma la punta laziale si mette in mostra solo due volte, per altrettante occasioni da gol.

L’allenatore biancoceleste si risolve tardi a giocare la carta Rocchi (inserito solo al 39’ della ripresa) e nonostante molti sforzi e qualche cambio in uno schema comunque duttile il risultato pieno non arriva.
Dall’altra parte per Giampaolo il bicchiere è decisamente mezzo pieno: privo dell’insostituibile Maxi Lopez (gli attaccanti catanesi con Morimoto e Mascara su tutti sono stati ampiamente insufficienti), il tecnico degli etnei si è arroccato al massimo, contando sulla difesa che è il reparto migliore, con Silvestre che ancora una volta ha mostrato numeri da grande, con tanto di gol-risultato. Alla Lazio, che aveva le qualità per prendersi i tre punti, è mancato di nuovo il colpo del ko per chiudere il match e al 95’ ha rischiato anche un contropiede del Catania, che si è mangiato il gol del colpo in trasferta. Ma il risultato così sarebbe stato non veritiero: la partita non è stata brillantissima ma la Lazio comunque ha spinto sempre per vincere, costretta poi a fermarsi sul muro eretto dal Catania.

Il primo tempo di fatto era servito alle due formazioni per studiarsi, con la Lazio decisamente più aggressiva anche se non brillante che manca alcune occasioni (al 18’ con Floccari che salta Terlizzi e mette paura ad Andujar) e il Catania bravo a chiudere gli spazi. Poi in tre minuti la partita si accende. E si risolve nel botta e risposta fulminante in cui Hernanes replica a Silvestre e rimette in parità il match per l’ex capolista stordita dal colpo di testa del difensore del Catania, contro cui non può nulla Muslera. Ma il brivido per i siciliani dura poco, perché bastano due minuti e Llama, lo stesso che aveva calciato il corner del momentaneo vantaggio del Catania, commette un errore a centrocampo, perdendo palla e lasciando a Hernanes l’iniziativa personale. Il brasiliano fa tutto da solo, vola verso la porta e con un destro mix di potenza e precisione piega le mani di Andujar. Il portiere aveva intuito, ma non riesce a bloccare la saetta.

Nella ripresa cresce un po’ Zarate, che al 6’ ha un’occasione d’oro: il giocatore salta tre avversari e con un mezzo pallonetto fa sudare freddo il sempre pronto Andujar. E ci riprova anche al 32’, ma gli manca il colpo decisivo. La Lazio vuole vincere, al Catania il pari basta eccome. Eppure nei secondi finali sono proprio gli etnei a mancare una palla-gol. Il contropiede sarebbe stato fatale per la Lazio, ma anche ingiusto.