Università, governo battuto due volte alla Camera

ROMA – Governo battuto due volte in Aula alla Camera sul ddl di riforma dell’Università. Il primo ko è arrivato su un emendamento presentato da Futuro e libertà e relativo agli oneri aggiuntivi per gli assegni di ricerca: 277 i voti favorevoli, 257 i contrari.


Poi, con il parere contrario del governo e della commissione, l’aula ha approvato tre emendamenti identici di Fli, Api e Pd all’articolo 25 del ddl con 283 voti favorevoli e 261 contrari. Decisivo, anche in questa circostanza, il voto dei deputati finiani. L’emendamento approvato era il penultimo al testo del provvedimento.


Via libera, invece, alla norma anti-parentopoli nell’università proposta dal governo e concretizzata in un subemendamento della commissione. E’ passata con il voto favorevole di maggioranza e opposizione. A favore ha votato anche Fli, mentre dall’Idv è giunto un voto contrario.


La nuova norma prevede che siano esclusi dalla chiamata candidati che siano parenti e affini “fino al quarto grado compreso con un professore appartenente al dipartimento o alla struttura che effettua la chiamata; o con il rettore, il direttore generale o con un consigliere di amministrazione dell’ateneo”.


Contraria l’Idv, che pure ha presentato un emendamento anti-parentopoli perché, come ha spiegato in aula Borghesi, “un professore, con una lettera di appena due righe può facilmente uscire da un dipartimento e il giorno stesso, con un altrettanto breve missiva, rientrarvi. Non va inoltre dimenticato che, secondo la Cassazione, nepotismo e familismo sono reati. Questo subemendamento che propone la nuova linea del governo, svuota di contenuto il nostro emendamento. Per questo non possiamo votarlo”.


Mentre non è bastata l”alleanza’ Fli-Api per mandare sotto il governo su un emendamento presentato da Alleanza per l’Italia, che aveva avuto l’appoggio di Futuro e libertà, per l’utilizzo di una quota dei rimborsi elettorali dei partiti a favore dei fondi per i ricercatori a tempo indeterminato. I deputati del Pd si sono divisi tra voti favorevoli, contrari e astensione. L’emendamento di Api è stato bocciato con 305 no, 190 sì e 20 astensioni.
– Ognuno ha votato secondo coscienza – ha commentato l’ex tesoriere dei Ds Ugo Sposetti, che in aula ha vuto un battibecco con Bruno Tabacci, uno dei firmatari dell’emendamento -. Un emendamento strumentale – ha insistito Sposetti – ad una battaglia che qualcuno vuole combattere per trovare risorse dai rimborsi elettorali dei partiti. Evidentemente – ha aggiunto Sposetti – qualcuno vuole che Berlusconi governi per altri 50 anni, perché di questo passo sarà l’unico che potrà permettersi di fare campagna elettorale.


Il capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini, puntualizza che “non sono stati determinanti nell’esito della votazione” i deputati del Pd che hanno seguito “l’intervento a titolo personale di Sposetti”.