Il mondo in ansia per Sakineh…intanto Shahla muore nel silenzio

Mentre il mondo si preoccupa delle sorti di Sakineh, è stata impiccata in Iran l’ex amante del calciatore della nazionale Niser Mohammad Khani. Shahla Jhahed era stata condannata a morte per l’omicidio otto anni fa della rivale in amore, la prima moglie del bomber dell’Iran negli anni ’80. Khani, sospettato in un primo momento del delitto, è attualmente l’allenatore del Persepolis.

Shahla è stata portata al patibolo all’alba nel carcere di Evin, a Teheran, dopo la conferma dell’esecuzione da parte della Corte suprema iraniana. La donna aveva stipulato con Khani un contratto di “matrimonio a tempo”, una pratica che permette a uomini e donne di stare insieme per un determinato periodo senza rischiare l’accusa di adulterio. Gli uomini in Iran hanno diritto ad avere fino a quattro mogli e a stipulare un numero illimitato di matrimoni a tempo, le donne possono invece stare con un partner alla volta.

La prima moglie “permanente” di Khani fu uccisa a coltellate nel 2002: la polizia arrestò Shahla che confessò successivamente l’omicidio, scagionando il marito. Ma nel processo di appello ritrattò la confessione, proclamandosi innocente. Il verdetto di condanna a morte fu sospeso nel 2008 e confermato di nuovo l’anno scorso. Durante il processo, il marito confessò solo di aver fatto uso di droghe con l’amante e fu condannato a 74 frustate.

Quello di Shahla è un caso che non ha avuto la stessa eco mediatica di Sakineh Mohammadi Ashtiani, condannata a morte prima per adulterio e poi per complicità nell’omicidio del marito. Forse anche per questo, Shahla è stata uccisa nel silenzio. La sua esecuzione è stata già la centoquarantaseiesima quest’anno in Iran: almeno 270 persone sono state giustiziate iinvece nel corso del 2009.