“In Russia governo e mafia sono uguali”

Russia, Bielorussia e Cecenia sono diventati “virtuali stati dellamafia” e in essi “non si possono distinguere le attività del governo da quelle del crimine organizzato”: è quanto scriveva lo scorso gennaio l’ambasciata degli Stati Uniti a Madrid in un cablogramma, pubblicato daWikileaks.

Il messaggio – scrive il quotidiano britannico Guardian – riportava le dichiarazioni all’ambasciata di un procuratore spagnolo che da anni indaga sulle infiltrazionimafiose russe in Spagna. Il concetto della Russia come “virtuale stato della mafia” era già trapelato nelle prime ore delle rivelazioni diplomatiche di Wikileaks, il 28 novembre. Ma ieri il Guardian pubblicava documenti riservati che citano il procuratore Josè Grinda Gonzales, cheha trascorso oltre un decennio cercando di scavare negli affari del crimine organizzato russo in Spagna, Paese che ha arrestato oltre 60 presunti mafiosi russi, fra i quali i quattro più eminenti boss fuori dal territorio russo.

Gonzales – scrive il giornale – “dice di avere le prove, attraverso migliaia di intercettazioni captate in dieci anni, che alcuni partiti politici in Russia lavorano mano nella mano con i gruppimafiosi”. E queste rivelazioni fatte all’ambasciata americana, scrive il giornale britannico, proiettano la seguente immagine: “La Russia è una cleptocrazia corrotta e autocratica centrata sulla leadership di Vladimir Putin, in cui funzionari, oligarchi e crimine organizzato sono legati assieme, creando uno stato virtuale della mafia”.

“Traffico di armi, riciclaggio di denaro, arricchimento personale, protezione ai gangster, estorsione e tangenti, valigie piene di denaro e conti correnti segreti offshore a Cipro: i cablogrammi dipingono un quadro dai toni foschi di un sistema politico in cui le tangenti da sole si stima ammontino a 300 miliardi di dollari l’anno e in cui è spesso difficile distinguere fra le attività del governo e quelle del crimine organizzato”, scrive il Guardian. Fra le accuse specifiche contenute nei cablo diplomatici e basate sulle rivelazioni del magistrato Gonzales, una riguarda le spie russe, che “usano potenti boss dellamafia per portare a termine operazioni come i traffici di armi”.

Un’altra accusa “i corpi preposti alla sicurezza (russa), come la polizia, le agenzie di spionaggio e l’ufficio del procuratore, di operare de facto a protezione dei racket delle reti criminali”. Secondo le confidenze messe a nudo da Wikileaks e riassunte dalGuardian, inoltre, “il sistema delle tangenti agisce come un sistema fiscale parallelo per arricchimenti personali nella polizia, fra i funzionari e nel servizio di sicurezza federale Fsb, che ha sostituito il Kgb”. Quanto a Putin, “viene accusato di aver ammassato ‘ingenti introiti’ durante il suo incarico, chemolte fonti indicano essere nascosti offshore”, scrive ancora il giornale.