Il premier attacca Fli e Udc Casini: “E’ allo sbando, lasci”

ROMA – E’ sempre più guerra aperta tra Silvio Berlusconi e quelli che ormai vengono definiti senza mezzi termini i due ‘’rivali’’: Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini. Il fatto che i due si siano alleati per tentare di ‘’farlo fuori’’ trasformando quello del 14 dicembre in un appuntamento al buio nel quale può accadere di tutto, il premier non riesce a mandarlo giù. Così ogni occasione è buona per menare fendenti.

Intervenendo telefonicamente, durante una manifestazione del Pdl a sostegno del governo, il Cavaliere attacca a testa bassa, prima Fini, che definisce di ‘’un’incoerenza totale’’ e poi Casini, sostenendo come ormai lui abbia un solo obiettivo: far fuori ‘’Silvio Berlusconi per prenderne il posto’’. Ma il premier avverte che venderà cara la pelle perchè solo lui ‘’è la star’’. Gli altri, invece, dei ‘’maneggioni della vecchia politica’’ ai quali non lascerà mai lo scettro.

– Sono assolutamente consapevole di avere una certa età – ammette – e che dovrò lasciare prima o poi. – assicura – passerò il testimone quando avrò terminato il programma e comunque, non ai maneggioni della vecchia politica, né alle seconde file.

Casini preferisce non polemizzare ma in serata definisce il premier ‘’un uomo allo sbando’’ e lo invita a fare un passo indietro ‘’per il bene del Paese’’ perchè il momento è così ‘’drammatico’’, sostiene, che l’unica cosa da mettere in piedi dopo il 14 è un ‘’governo d’armistizio’’ che affronti almeno l’emergenza economica e metta mano a una nuova legge elettorale.

Anche in caso di maggioranza risicata il premier dovrà andarsene, insiste Casini. Perchè se invece decidesse di andare avanti comunque, la scelta sarebbe obbligata: si dovrebbe chiamare, ironizza, il 118. Quindi l’esponente centrista fa i nomi di chi potrebbe guidare il nuovo esecutivo: Gianni Letta, Giulio Tremonti, Angelino Alfano. Sempre che il Pdl prenda coscienza della situazione e accetti di collaborare alla creazione del nuovo governo senza Berlusconi. Altrimenti, per il leader Udc, si potrebbe verificare un’altra ipotesi: quella di un governo tecnico con Mario Draghi o Mario Monti a svolgere un ‘’ruolo di supplenza’’
Il Pd usa un’altra espressione: ‘’governo di transizione’’, ma il concetto non cambia. Anche per il presidente dei deputati Pd Dario Franceschini, così come per il segretario Pier Luigi Bersani, è necessario che il Cavaliere faccia un passo indietro (‘’ormai è pericoloso’’) perchè ‘’è lui – dice in serata Bersani al Tg2 – la causa della crisi ed è lui che porta instabilita’’’. Ma al Pd, precisa il capogruppo al Senato Anna Finocchiaro, non va di fare nomi. L’importante, sottolinea, è il programma. Se si trova una convergenza nell’interesse dell’ Italia su misure a favore della famiglia e delle imprese, allora il partito ci starà altrimenti no.
Anche il Pdl non vuol sentir parlare di nomi ‘alternativi’. Uno di quelli chiamato in causa, Angelino Alfano, non ha dubbi. I nostri candidati, assicura, sono tre: Berlusconi, Berlusconi e Berlusconi. Casini e il Pd però parlano di governo di resposansabilità o di ‘armistizio’, senza Berlusconi. Mentre il coordinatore di Fli Adolfo Urso rilancia un’altra ipotesi: quella di un governo di responsabilità nazionale che metta insieme tutte le forze che si riconoscono in un programma di emergenza, ma che potrebbe essere guidato ancora da Silvio Berlusconi.

l 15, sintetizza il segretario del Psi Riccardo Nencini, si potrebbero verificare tre alternative: nasce un nuovo governo di centrodestra; se ne crea uno di solidarietà nazionale; si va alle elezioni. In ogni caso, è il suo appello, sarebbe bene che il centrosinistra si unisse per diventare una vera alternativa, credibile e compatta.