L’italia arranca e stenta a ripartire E’ finito il tempo del leaderismo

ROMA – Un’Italia “appiattita” e senza pulsioni vitali, che non riconosce più la “legge”, cioè l’autorità e le regole, e non riesce più a desiderare, apaticamente soffocata dalla ridondanza dell’offerta. E’ cosi’ che ci vede il Censis nel suo 44.mo Rapporto sulla situazione sociale del Paese, presentato a Roma dal presidente Giuseppe De Rita e dal direttore generale Giuseppe Roma. Una società che è sopravvissuta alla crisi ma che stenta a rimettersi in marcia. E ora sorge il dubbio che, anche se ripartisse lo sviluppo, non avremmo lo spessore e il vigore adeguati alle sfide da affrontare.


— Desiderio esangue — Ogni giorno di più il desiderio è indebolito dall’appagamento derivante dalla soddisfazione di desideri covati per decenni (dalla casa di proprietà alle vacanze) o indebolito dal primato dell’offerta di oggetti in realtà mai desiderati (con adulti al sesto tipo di telefono cellulare). Così, all’inconscio manca oggi la materia prima su cui lavorare, cioè il desiderio. Ma per vincere il nichilismo dell’indifferenza generalizzata, avverte in Censis, occorre tornare a desiderare.


— Leaderismo in crisi — Leaderismo e carisma “non seducono piu’” gli italiani. Quasi 3 italiani su 4 ritengono che dare più poteri al premier o al governo non risolverebbe i problemi. C’è stanchezza, avverte il Censis, rispetto al decisionismo e alla personalizzazione della politica, di cui Berlusconi può essere considerato un’icona. E ora che questo ciclo “ha esaurito la sua potenza”, la politica deve tornare a coinvolgere la responsabilità del singolo.
— Italiani senza risparmio — Quasi il 40% dice di non avere risparmi da utilizzare, ma le famiglie che possono investire confermano “l’inossidabile fiducia” nel mattone, che in questo momento è il canale preferibile per l’impiego dei risparmi familiari per il 22,7%, contro il 21,8% che pensa che i risparmi vadano mantenuti sul conto corrente e appena l’8,5% che giudica preferibile acquistare azioni e quote di fondi di investimento. Ben il 91% dei disoccupati di famiglie monoreddito sono da considerarsi a rischio povertà, contro il 32% del Belgio, il 55% della Spagna e il 75% del regno Unito.


— Lavoro sempre più “dipendente” — Mentre in tutto il mondo la ricetta per uscire dalla crisi prevede l’attivazione di tutte le energie professionali con l’autoimprenditorialità, l’Italia, patria del lavoro autonomo, vede ridursi proprio la componente del lavoro non dipendente. E siamo anche il Paese europeo con il più basso ricorso a orari flessibili e la più bassa percentuale di imprese che adottano modelli di partecipazione dei lavoratori agli utili.


— Giovani inerti — Poco fiduciosi nella possibilità di trovare un’occupazione, ma anche poco disponibili a trovarne una a qualsiasi condizione, i giovani hanno avvertito più degli altri gli effetti della crisi. Sono più di 2 milioni e 200 mila gli under 34 che non studiano, non lavorano nè cercano un impiego.


— Despecializzazione mondo imprese — Siamo il quinto Paese manifatturiero del mondo ma abbiamo perso terreno nei comparti a maggiore tasso di specializzazione, come calzature, gioielleria, mobili, elettrodomestici. Strategie di nicchia, design e qualità non bastano più senza un’innovazione nei prodotti.


— 13 mln di italiani hanno contatti con la mafia — Il 79% della popolazione di Sicilia, Campania, Calabria e Puglia ha a che fare con la criminalità organizzata, il 22,3% della popolazione italiana. Sono 448 i Comuni in cui sono presenti sodalizi criminali, 36 quelli sciolti negli ultimi tre anni per infiltrazioni mafiose. Ed è sempre più alto il pericolo che la criminalità organizzata infetti l’economia legale.

RAPPORTO CENSIS 1


A rischio povertà i disoccupati e le famiglie a monoreddito


ROMA – Ben il 91% dei disoccupati di famiglie monoreddito in Italia sono da considerarsi a rischio povertà, contro il 32% del Belgio, il 55% della Spagna e il 75% del regno Unito. E’ quanto emerge dal 44/o rapporto annuale del Censis sulla situazione sociale del Paese.


Il 62% degli italiani esprime un giudizio negativo sugli strumenti di tutela e supporto per i disoccupati, ed è una percentuale molto più alta rispetto alla media europea del 45% e lontana dal 29% della Francia, dal 28% della Gran Bretagna, dal 39% della Germania. Per quanto riguarda le politiche di lotta alla povertà in Italia, il 59% dichiara che non stanno avendo un particolare impatto mentre per il 21% stanno peggiorando le cose e solo il 10% parla di un impatto positivo.

CODACONS


Il Censis fotografa la crisi, la spesa delle famiglie in calo


ROMA – La spesa media mensile delle famiglie italiane si è attestata nel 2009 su 2.442 euro e rispetto al 2007 si è contratta di 38 euro al mese. Lo afferma in una nota il Codacons riferendo i dati del Censis e rilevando che ‘’per quanto questi dati siano più ottimistici rispetto a quelli resi noti nei giorni scorsi dall’Istat, secondo i quali nel 2009 la spesa complessiva si è ridotta di 43 euro e non di 38, restano comunque un ennesimo campanello di allarme’’.


Per l’associazione dei consumatori, secondo la quale il Rapporto del Censis ‘’fotografa la crisi’’, ‘’quando in un Paese si spende meno persino per mangiare è evidente che i consumi superflui vengono rinviati a tempi migliori. Allarmante anche il fatto che aumentino le forme di pagamento a cui non ci si può sottrarre, tasse occulte che contribuiscono a mandare sul lastrico le famiglie proprio perchè non rinviabili. E’ la dimostrazione – dice sempre il Codacons – del fatto che i continui tagli praticati dal Governo agli enti locali hanno indotto i Comuni a rivalersi sui consumatori, aumentando le tariffe locali, i parcheggi a pagamento, le multe’’. Il Codacons chiede al Governo ‘’di ridurre alcune di queste tasse, eliminando ad esempio l’anacronistico canone Telecom, il canone Rai, riducendo il numero delle revisioni auto per quelle relativamente nuove, eliminando l’odioso balzello del contributo unificato per impugnare una multa, togliendo gli extra-costi dalle bollette elettriche’’.

FEDERCONSUMATORI


E’ un quadro desolante della realtà del Paese


ROMA – Il quadro fotografato dal Censis è “drammatico” Federconsumatori e Adusbef.
– Il Paese si trova di fronte a uno scenario desolante, in cui il 91% delle famiglie dei disoccupati è a rischio povertà; il 40% degli italiani non ha risparmi a disposizione e, aggiungiamo noi secondo i dati del nostro osservatorio, il potere di acquisto delle famiglie è crollato del 9,6% dal 2007 ad oggi – dicono i presidenti Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.


Secondo le due associazioni “i consumi di Natale subiranno, secondo le prime stime, un tracollo dell’11% (che si sommerà al -23% dello scorso anno) e, dei 35,8 miliardi del monte tredicesime, oltre il 75% sarà destinato al pagamento di bollette, mutui e rimborsi di prestiti pregressi”.
– Di fronte a dati simili non si prospetta nulla di buono all’orizzonte, a meno che non si decida di intervenire in maniera determinata e risoluta per invertire questa tendenza – aggiungono -. Ad aggravare la situazione poi vi è l’esasperazione per la situazione politica delicata ed instabile che si è venuta a creare nel nostro Paese, con il risultato di allontanare sempre di più la discussione dai problemi gravi ed urgenti che affliggono le famiglie. Per questo, al di là di quello che accadrà il 14 dicembre, chiunque sia incaricato delle responsabilità di Governo non potrà rimandare oltre misure ed interventi urgenti, disponendo politiche economiche improntate al sostegno della domanda di mercato, indispensabile per rilanciare i consumi e l’intera economia, ed al rilancio degli investimenti per lo sviluppo tecnologico e per la ricerca, necessari per la competitività del Paese a livello internazionale, nonché per le importanti ricadute sull’occupazione”.

SERENI (PD)


“Voltar pagina per ricostruire la società”

ROMA – Occorre ‘’voltar pagina’’, chiudendo con ‘ghe pensi mi’ di Berlusconi e ricostruendo il tessuto sociale in modo che l’Italia ‘’ritrovi il gusto e la volontà di crescere’’. Lo afferma Marina Sereni, vicepresidente del Pd, che invita le forze di centrosinistra a superare le ‘’discussioni interne’’.


– Berlusconi e i suoi sodali come Verdini – dichiara Sereni – non hanno ancora capito che l’Italia è stufa dei loro comizi, dei loro insulti, delle loro menzogne, della loro protervia. Una classe di governo che pensa di poter calpestare ogni regola e legge, che alimenta i vizi e disincentiva le virtù civiche, debole con i forti e forte con i deboli, sta portando l’Italia sempre più in basso. Il rapporto del Censis ci consegna una fotografia dell’Italia che conferma la necessità di voltare pagina e di chiudere col ‘ghe pensi mi’.


E prosegue:
– Il Paese deve ritrovare il gusto e la volontà di crescere, di migliorare, di combattere per una società più moderna e solidale. Responsabilità, spirito civico, senso del dovere, sobrietà e solidarietà sono i valori che la destra populista ha in questi anni irriso e indebolito. Agli italiani, e ai giovani in particolare dobbiamo offrire una speranza nuova e chiedere di impegnarsi per costruire una società migliore. Il Pd e le forze democratiche e di progresso – ha concluso Sereni – possono e debbono mettere da parte divisioni e discussioni interne e cimentarsi con questa sfida straordinaria.