La Juve sbanca il Massimino con super-Quagliarella

CATANIA – Il freezer di Poznan è chiuso. Dimenticato. La Juventus riscatta l’eliminazione in Europa League con una vittoria esterna che scalda il cuore ai tifosi bianconeri e vale il terzo posto solitario – almeno fino a stasera – in classifica. Non era facile castigare a domicilio il Catania, imbattuto per l’intero 2010 al Massimino.
La formazione di Del Neri ci riesce esibendo il senso pratico tipico delle grandi squadre, quel cinismo che le permette di sfruttare al meglio ogni singola distrazione degli etnei. In più, gli juventini dimostrano di non dipendere dagli estri di Krasic trovando, in una serata non particolarmente brillante per il serbo – così come per Maxi Lopez, seguito sul mercato dal dg Marotta -, soluzioni vincenti alternative: a cominciare dai guizzi di Quagliarella, autore di due gol, che sarebbero diventati tre se Damato e il guardalinee Pugiotto avessero visto bene su una sua conclusione che aveva varcato la linea. Il Catania non demerita, gioca un buon primo tempo, ma paga a carissimo prezzo alcune distrazioni fatali in copertura finendo col disunirsi alla distanza.


Gli uomini di Giampaolo partono forte reclamando un rigore dopo soli 50 secondi per un intervento di Sorensen su Morimoto e cercando la porta di Storari per tre volte nei primi dieci minuti con Gomez, Biagianti e Ledesma, autori di conclusioni fuori bersaglio non di molto. I guizzi di Gomez, trequartista nel 4-3-1-2 scelto da Giampaolo, e di Martinho sulla sinistra conferiscono vivacità alla manovra degli etnei, che ci riprovano senza fortuna con Ledesma.


Più compassata la Juve, che sugli esterni va a corrente alternata e nella mezz’ora d’apertura produce solo un colpo di testa alto di Bonucci e una conclusione sopra la traversa di Aquilani da 20 metri. La scossa, e che scossa, arriva nei dieci minuti che precedono l’intervallo. I bianconeri sbloccano il risultato con Pepe, lesto a depositare in fondo al sacco un pallone servitogli da Iaquinta, scappato sulla destra alla guardia di Terlizzi.

Sessanta secondi ed è già pareggio: spunto di Gomez sulla sinistra, Grosso respinge corto il cross dell’argentino e Morimoto può battere a rete da pochi metri. Ma non è finita qui. Il Catania reclama un altro penalty per un presunto tocco di braccio in area di Chiellini, poi tocca agli juventini protestare per un gol regolare non concesso: triangolo Quagliarella- Krasic-Quagliarella e conclusione al volo della punta con palla che sbatte sulla traversa, varca la linea di porta e ricade in campo. Brighi e l’assistente Pugiotto non fanno una piega lasciando proseguire il gioco. L’attaccante napoletano si rifà con gli interessi una manciata di istanti più tardi: errore in chiusura di Silvestre su Iaquinta, lesto a servire in area Quagliarella, autore di un preciso diagonale sul quale Andujar non può arrivare.


Spianatasi la strada, la Juventus perfeziona l’opera in avvio di ripresa approfittando di un altro regalo rossazzurro. Dopo un tiro di Pepe respinto da Andujar e la successiva conclusione alta di Krasic da ottima posizione, ecco il tris: Quagliarella ruba palla a Biagianti sulla trequarti e calcia di prima intenzione facendo partire un destro calibrato che taglia fuori Andujar. Il Catania prova a reagire, ma sbatte due volte contro Storari, che prima si oppone a una spaccata di Morimoto su un cross di Martinho e quindi si ripete in uscita su un’incursione di Antenucci. I bianconeri gestiscono la situazione e sfiorano il poker con Iaquinta (inzuccata neutralizzata in tuffo da Andujar), Del Piero (colpo di testa a lato da pochi metri) e Krasic (tocco a lato a porta vuota su appoggio di Del Piero, che festeggia la vittoria n. 250 in bianconero). Ma può bastare così.