Il Milan doma il Brescia in solo mezz’ora

MILANO – Per dirla con Paolo Maldini, Massimiliano Allegri è un allenatore democratico. Dà una chance a chi la merita, inventando Boateng trequartista, e allo stesso tempo tira dritto per la sua strada, portandosi Ronaldinho in panchina per la 7ª volta di fila. Anche grazie a queste intuizioni il Milan ha liquidato in mezz’ora il Brescia con i gol dello stesso Boateng, Robinho e una magia di Ibrahimovic.

Una serata semplice, in cui i rossoneri con il minimo sforzo rinforzano la leadership solitaria in campionato: Lazio di nuovo staccata di 3 punti e Inter di 10. Al confine con la zona retrocessione è invece Iachini che, dopo aver messo in crisi Benitez un mese fa, questa volta lascia il Meazza consapevole che per conservare la panchina da ora a Natale non può più sbagliare.

Alla vigilia il paragone di Allegri con il Barcellona era parso esagerato. Ma su un prato appena rifatto con le zolle dello stesso fornitore del Camp Nou il Milan gioca sul velluto un po’ come è abituata a fare la squadra di Pep Guardiola. Il Brescia non è certo il Real Madrid (ha raccolto tre punti nelle ultime dieci partite) e non gioca come contro Inter e Juve. Ma i rossoneri fanno un figurone, con gioco veloce, pieno di tocchi di prima, cambi di lato e verticalizzazioni. Tanto del merito è proprio di Allegri. Sorprende dando un turno di riposo a Seedorf e scegliendo al suo posto Boateng alle spalle di Ibrahimovic e Robinho. Il ghanese esegue lo spartito senza lampi di classe ma con efficacia. Corre, tiene la testa alta alla ricerca delle punte e soprattutto si fa trovare pronto ad anticipare Martinez quando al 3’ Ibrahimovic gli serve l’assist sotto porta: è il suo 1º gol in Italia, che val bene due capriole per festeggiare.

E’ un Milan solido come al solito, ma anche più creativo. Si nota il ritorno di Pirlo, che parte in mezzo al campo, a volte arretra a prendere la palla vicino alla difesa, altre si defila, senza mai dare riferimenti al Brescia. La squadra di Iachini non si abbatte dopo il vantaggio di Boateng, e al 17’ Abbiati para sulla linea una rovesciata di Caracciolo. E’ uno dei pochi pericoli creati dall’attacco bresciano. Colpa di Diamanti e Kone, non in serata. Ma soprattutto di un centrocampo tagliato dai rossoneri come il burro. Berardi, Vass e Daprelà fanno confusione e poco più. Peggio ancora fanno in difesa Zebina, Bega e Martinez (ammonito, sarà squalificato), che pasticciano troppo, non contengono gli inserimenti delle punte milaniste e costringono Sereni a un paio di miracoli. Ambrosini e Gattuso invece recuperano un pallone dopo l’altro, e come se non bastasse al 28’ uno sciagurato retropassaggio di Hetemaj, che finisce per servire al limite dell’area Robinho, bravo nel trovare l’angolino dove Sereni non arriva. Il Brescia barcolla e tre minuti dopo Ibrahimovic le rifila il colpo da ko, incantando Martinez con un paio di finte e scagliando in rete il suo 8º gol in campionato con uno dei suoi tiri potenti e imprendibili.

Nell’intervallo Allegri si prende anche il lusso di mandare in campo Yepes per Nesta, stanco e con un ginocchio un po’ gonfio. Il Brescia non ha sussulti di orgoglio, anzi rischia di crollare sui colpi di Robinho e Ibrahimovic. Il Milan rallenta e risparmia energie preziose per il futuro. Allegri risparmia a Ibra gli ultimi 20’ inserendo Ronaldinho, che tocca il primo pallone al volo sfiorando il 4-0. Forse in una situazione del genere il Barcellona avrebbe infierito, ma il messaggio del Milan al campionato è chiaro così: al momento nessuno tiene testa a Ibrahimovic e compagni.