I giallorossi s’illudono, poi i veneti li raggiungono

VERONA – L’orgoglio del Chievo, la follia della Roma. I giallorossi gettano al vento il doppio vantaggio facendosi recuperare la doppietta di Simplicio, perdono per espulsione De Rossi e rischiano pure di lasciare il Veneto senza nemmeno un punto.

Quella del Bentegodi è stata una partita giocata su un campo ai limiti della praticabilità, che continua a creare problemi e polemiche, ma sia Chievo che Roma hanno interpretato il match con il giusto ardore e tenacia. Non sono mancati così i gol e le emozioni per una sfida che lascia decisamente l’amaro in bocca ai giallorossi, sabato in maglia nera e con in avanti la coppia inedita Adriano-Vucinic, schierata a sorpresa da Ranieri che forse, pensando anche all’impegno di mercoledì a Cluj per la Champions ha preferito non schierare, e quindi non rischiare, Totti e Borriello sulla ‘sabbia’ veronese.

La squadra della capitale doveva rispondere alle critiche del dopo-Palermo e al fatto, indubbiamente preoccupante, che in trasferta non ingrana la marcia. La netta sensazione lasciata dopo il pari con il Chievo è che abbia non solo problemi di natura tecnica. Ed è stato imbarazzante per la Roma il fatto che i padroni di casa, mai domi e battagliere, nella ripresa abbiano letteralmente preso a pallate i giallorossi. Il gol di Moscardelli, che non ha esultato perché romanista, é stato un regalo di Julio Sergio, che poi si è riscattato nel finale quando ha evitato il 3-2 del Chievo prima con una respinta sul diagonale di Granoche, e poi, con la collaborazione di Mexes, con un miracolo sul sinistro di Pellissier.

La Roma della prima frazione non fa nulla di trascendentale, ma è chiaro il suo predominio. Nel primo gol la difesa del Chievo lascia a desiderare, ma la Roma è accorta dietro con Mexes che giganteggia, ed è determinata in mezzo al campo. In avanti sfrutta al meglio la capacità di Adriano (bellissimo un suo passaggio ‘no look’ su cui è nato il secondo gol di Simplicio), ma anche quella di Vucinic, di far salire la squadra. Ranieri in avvio spiazza tutti ed estrae dal cilindro una squadra ricca di interrogativi. Il tecnico romano getta nella mischia Adriano, ma non è solo Borriello ad accomodarsi in panchina: niente Bentegodi né per Menez, solo uno scampolo nel finale per il francese, né per capitan Totti, con Vucinic che s’aggira dalle parti del brasiliano e Simplicio, alle spalle dei due. Pioli non s’avventura in tatticismi, nonostante debba giocare mercoledì il recupero contro il Bologna, e schiera la formazione tipo. Il terreno del Bentegodi è un disastro, con buche dappertutto: giocarci a calcio è praticamente impossibile. Bisogna optare per le fascie laterali o per le palle aeree. Proprio da queste due situazioni arrivano i gol della Roma: la punizione di De Rossi spizzata da Adriano porta alla zampata di Simplicio e la fuga sulla destra di Cassetti, con relativo cross basso, determina il raddoppio.

Ma la ripresa regala una Roma irriconoscibile e un Chievo cuor di leone. Moscardelli apre la rimonta, poi Granoche la concretizza. Nel finale De Rossi, troppo nervoso, perde la bussola e si fa espellere, mentre Julio Sergio tiene a galla i giallorossi. Alla fine non ci sono vincitori, ma una domanda è d’obbligo: si può giocare una partita del massimo campionato di calcio su un campo simile?