Nasce il «Manifesto degli Espatriati»

MILANO – Si avvicina all’ambizioso traguardo delle mille firme “Il Manifesto degli Espatriati”, l’iniziativa in dieci punti lanciata dai blog “Vivo Altrove” e la “Fuga dei Talenti”. A poco più di due mesi dal varo, il “Manifesto” si rilancia e si rinnova, ampliandosi al “London Manifesto”, una serie di proposte che i due blog stanno raccogliendo in incontri a tappe per l’Europa, interfacciandosi con i protagonisti della nuova emigrazione (prima tappa a Londra lo scorso 26 novembre).

Pierluigi Celli, direttore generale della Luiss e primo sostenitore del Manifesto, trova “l’iniziativa del ‘Manifesto’ un contributo positivo per affrontare un problema largamente sottovalutato. Dal confronto credo possano nascere suggestioni e progetti per tornare a pensare ‘a favore’ di un Paese che ha dimenticato tante delle sue risorse migliori”.

“Il fenomeno dell’espatrio dei giovani professionisti qualificati dall’Italia è un’emergenza nazionale”: così si apre il “Manifesto degli Espatriati”, che in dieci punti riassume i principali motivi che portano decine di migliaia di giovani a lasciare ogni anno il Paese, ovvero: gerontocrazia pervasiva, processi selettivi poco trasparenti, percorsi di carriera senza merito, scarsa responsabilizzazione dei giovani, troppe raccomandazioni, poca propensione al rischio del sistema-Paese, welfare state inadeguato, limitato ricambio generazionale.

Hanno sottoscritto il Manifesto giovani espatriati, al lavoro in 68 Paesi del mondo, dall’Europa al Libano, dall’Africa al Giappone, dagli Nord al Sud America e poi Israele, Russia, India, Cina e tutto il sud-est asiatico, sino ad Australia e Nuova Zelanda.

Come Umberto, ora in Gran Bretagna, che on-line ha commentato: “L’Italia è un Paese morto, che vive di luce riflessa della storia passata. La mediocrità, le corporazioni e le lobby tengono il Paese in stallo. Gli ascensori sociali sono bloccati”. O Alessandra dagli Usa: “Non penso che l’America sia infallibile, anche qui le giuste amicizie possono aiutare, ma con la differenza che se lavori male vai a casa”. Ed Ambra dal Belgio, “siciliana nel cuore, sempre e ovunque, ma espatriata per tutte le ragioni elencate nel Manifesto”.
Dallo scorso weekend è online il “London Manifesto”, un work in progress che punta a raccogliere le richieste e le proposte lanciate dai nuovi giovani emigrati. Il “London Manifesto” si svilupperà nel corso dei prossimi mesi.

L’ultimo rapporto della Fondazione Migrantes (“Rapporto Italiani nel Mondo 2010”) ha stimato in oltre 4 milioni i nostri connazionali all’estero. Gli iscritti all’Anagrafe degli Italiani all’Estero sono un milione in più, rispetto ai dati del 2006. “L’estero ruba all’Italia i più bravi”, denuncia lo stesso Rapporto. Secondo Confimprese, circa 60mila giovani lasciano ogni anno l’Italia, per andare a cercare altrove un lavoro migliore o più gratificante.