Julian Assange arrestato a Londra

LONDRA – Agenti della Unità estradizioni della polizia metropolitana di Londra hanno arrestato il fondatore di Wikileaks per conto delle autorità svedesi con l’accusa di stupro. Lo ha detto un portavoce di Scotland Yard. Assange è stato arrestato alle 9:30 «su appuntamento» in un commissariato di Londra, ha detto il portavoce.


Il portavoce di Scotland Yard ha detto che la magistratura svedese vuole che Assange risponda di due accuse di molestie sessuali e una accusa di stupro, reati che sarebbero stati commessi tutti nell’agosto 2010. Assange apparirà oggi davanti alla City of Westminster Magistrates’ Court, ha detto Scotland Yard.


Assange deve comparire entro le 12:30 davanti al giudice a meno che il magistrato non dia il permesso per una udienza più tardi. Lo ha detto un portavoce della Corte.


Se non lo possono portare prima di allora, dobbiamo aspettare una decisione del giudice a cui spetta dare il permesso per un rinvio», ha detto il portavoce.


Wikileaks: Assange ‘wanted’


ROMA – Sul sito dell’Interpol è schedato con la foto in cui aveva ancora i capelli lunghi e biondi: Julian Paul Assange, maschio, nato il 3 luglio 1971 a Townsville, Queensland, Australia, è ‘Wanted’ per la giustizia internazionale, un ‘terrorista hight-tech’ per il Senato americano, un eroe per il popolo della rete. E mentre Scotland Yard cerca di arrestarlo, la Svizzera gli chiude il conto in banca, azzerando le possibilità di ospitarlo anche come rifugiato politico.


Assange aveva aperto un conto postale in Svizzera e, secondo il quotidiano elvetico La Tribune, avrebbe anche chiesto asilo politico al Paese. Ma Postfinance, filiale bancaria delle poste svizzere, oggi ha congelato il conto per «false indicazioni sul domicilio» dell’intestatario.


– Ha fornito indicazioni false quando ha aperto il conto, ci ha detto che aveva una casa a Ginevra ma dalle verifiche è risultato falso – ha detto un portavoce dell’istituto.


«Un tecnicismo per congelare i fondi», secondo WikiLeaks, che spiega come Assange non possa avere un indirizzo, dal momento che è un rifugiato in cerca di asilo e per aprire il conto ha dato l’indirizzo del suo avvocato di Ginevra. Il conto era destinato alle donazioni per il «fondo di sicurezza di Assange e della squadra di Wikileaks», si legge sul sito, e vi erano depositati circa 31mila euro. Non è chiaro cosa ne sarà dei fondi: la banca dice che li riconsegnerà al proprietario, ma WikiLeaks ha già fatto sapere che con quelli di oggi diventano 100mila gli euro che l’organizzazione ha perso solo nell’ultima settimana (quando PayPal ha chiuso il servizio di pagamento a WikiLeaks ha congelato i 60mila euro donati da un’associazione tedesca di beneficenza).


«Uno degli aspetti piu’ affascinanti del ‘Cablegate’ è come riaccende le dinamiche di potere di Stati considerati indipendenti come Svizzera, Australia e Svezia», si legge in un comunicato di WikiLeaks. La mossa della Svizzera ora lascia ad Assange pochissime opzioni per finanziarsi: restano i conti in Islanda e in Germania e una carta di credito di un istituto svizzero-islandese.