Guerra dei numeri. conta anche il «toto-malato»

ROMA – Per conoscere i destini politici del Paese, la cui attesa è ormai da ‘’giorno del giudizio’’, si dovrà aspettare il 14 vivendosi ciò che resta nella più completa incertezza tra disegni di scenari alternativi di rilancio della compagine di governo o di crisi con lo spettro del voto anticipato. Si è ormai al countdown tra il rullar di tamburi delle opposte fazioni che ostentano sicurezza per l’esito del voto alla Camera.


Sulla carta, al momento Pdl e Lega nonostante il soccorso dei repubblicani di Nucara, dell’Alleanza di Centro di Pionati e della pattuglia dei Popolari per l’Italia di Domani di Romano e di Noi Sud di Iannaccone (fuoriusciti da Mpa e Udc) si fermano a quota 307, non lontano ma neanche vicino alla vetta dei 316 voti necessari per incassare la fiducia. Berlusconi quindi deve pescare nella ‘zona grigia’ del gruppo Misto non ancora schierato che conta una quindicina di deputati, oggi corteggiatissimi da tutti, sperando anche in defezioni all’ ultimo di qualche finiano, come nel caso del deputato Giampiero Catone o di qualche deputato dell’ opposizione.


Intanto sembra che il pressing degli uomini del Cavaliere stia dando frutti e la zona degli indecisi, che potrebbero optare per un sostegno al governo sembra allargarsi. C’è grande attesa infatti per la conferenza stampa, prevista oggi a Montecitorio del deputato dell’Idv Domenico Scilipoti insieme ai deputati del gruppo Misto Massimo Calearo e Bruno Cesario che sono annoverati tra gli indecisi che potrebbero correre in soccorso del governo. In attesa di capire se la campagna acquisti del Cavaliere stia dando frutti, suscita interesse l’avvicinamento di Scilipoti, medico di Patti, in provincia di Messina, che non sembra voler seguire Di Pietro nella sua crociata antiberlusconiana.


– Fino a quando sarò nell’ Idv voterò in conformità con il mio gruppo e se le cose dovessero cambiare farò delle scelte per l’interesse del Paese – dice Scilipoti senza svelare le sue intenzioni anche se in genere quando ci si appella ‘all’interesse del Paese’ vuol dire che si sta cambiando idea.


Per quanto riguarda Calearo, imprenditore veneto uscito dal Pd e ora al Misto e Cesario di Portici, anche lui uscito dal Pd e passato all’ Api prima di approdare al Misto, a Montecitorio c’è già chi li considera ‘patrimonio’ della maggioranza. Se domani i tre faranno outing per il premier la maggioranza salirà a 310 voti. Il pressing berlusconiano continua sulle minoranze linguistiche con il corteggiamento di Siegfried Brugger, Karl Zeller e Nicco Rolando Roberto.


La Svp è in trattative per il nuovo carcere di Bolzano e pare abbia ricevuto assicurazioni in merito mentre non sembra andar bene la trattativa con i tre deputati liberaldemocratici visto che l’incerto Maurizio Grassano sarebbe orientato a non dare la fiducia. Intanto i sei deputati radicali, eletti nelle liste del Pd, abili nel creare ‘’attenzione’’ su di loro non hanno ancora detto come voteranno il 14 dicembre e avanzano richieste. In vista di quel giorno, il centrodestra spera anche nelle defezioni: potrebbero assentarsi per motivi di salute tre deputate in stato interessante: Giulia Bongiorno e Giulia Cosenza (entrambe del Fli) e Federica Mogherini del Pd.
– Se Berlusconi spera nella malattia di qualche deputato siamo alla disperazione – aveva detto l’altro giorno Gianfranco Fini.
Ma oggi anche il ‘toto-malato’ non può essere ignorato nel disegnare i difficili equilibri politici.