23 gli sfollati italo-venezolani

CARACAS – Sono 23 gli sfollati italo-venezolani che, a causa delle piogge e delle inondazioni, hanno trovato riparo in case di amici o nei ricoveri provvisori allestiti dalla Protezione Civile, dall’Esercito e dai governi centrale e regionale. Dei 23 connazionali sinistrati, 12 sono adulti ed il resto bambini o adolescenti.
– Si tratta – ha informato Padre Leonardo, che assieme a Padre Grasso si interessa dell’assistenza ai nostri connazionali e non solo a loro – di quattro anziani e quattro famiglie.

Padre Leonardo, che rassicura circa la salute dei connazionali sfollati, spiega che nonostante l’incomodità dei rifugi, i nostri sinistrati preferiscono restare vicino le loro case e non abbandonare i propri beni.
– Eppoi – prosegue -, desiderano evitare ai propri figli un altro trauma, oltre a quello che già vivono. Sradicarli dai luoghi che conoscono, allontanarli dai loro amici, rappresenterebbe un grosso dolore.
C’è naturalmente la speranza che questa situazione di disagio diventi presto solo un brutto ricordo. Insomma, che la vita torni ad essere come prima.

Gli sfollati italo-venezolani, di cui oggi si ha conoscenza, sono tutti residenti nelle regioni di Barlovento e di Guarenas, zone particolarmente colpite dalle piogge che sono cadute con violenza nei giorni scorsi.
Nessun connazionale sfollato, fortunatamente, né nello Stato Zulia né nello Stato Falcón, dove il maltempo ha causato perdite materiali ingenti e provocato lo straripamento di fiumi e l’allagamento di campi coltivati e centri urbani.

– Certo – ha detto Cono Siervo, presidente del Comites di Maracaibo e della Casa d’Italia della capitale zuliana -, sono ancora tante le regioni sotto le acque. Lo Zulia è grande e non possiamo escludere che ci siano connazionali sfollati, magari ospiti in questo momento di amici o di qualche ricovero provvisorio. Ma, se è così, non ne abbiamo ancora notizia. Anche il nostro consolato, col quale stiamo in contatto permanente, ci ha riferito di non aver informazioni di connazionali sinistrati.

Siervo ha anche informato che la Casa d’Italia di Maracaibo, visto le proporzioni dell’emergenza, ha allestito un «centro di raccolta» al quale sta confluendo la solidarietà «concreta» – leggasi acqua, alimenti di lunga conservazione ed indumenti – della nostra Collettività ai fratelli venezolani che hanno perso tutto. Ha anche tenuto a sottolineare che, per decisione del Direttivo, la Casa d’Italia di Maracaibo ha sospeso ogni manifestazione in agenda.

– Era in programma, ad esempio – precisa -, la «Festa dell’Uva». E’ stata rinviata, non si farà. Non sono questi tempi di celebrazioni ma di solidarietà. Viviamo una grave emergenza.
Anche il Console onorario di Punto Fijo, Mario Migliorini, ha rassicurato che, nonostante le forti piogge e i tanti danni alle proprietà, non vi sono nella regione di sua competenza connazionali sfollati o, in ogni caso, in difficoltà.
– Abbiamo molte zone allagate – ha detto -. Il maltempo ha fatto disastri, specialmente nella costa, ma non abbiamo notizie di connazionali sfollati o che abbiano bisogno di aiuto.
Intanto, l’emergenza sussiste. Stando alle previsioni dell’Inameh (Istituto Nazionale di Meteorologia e Idrologia) nei prossimi giorni ci dovrebbe essere un leggero miglioramento del tempo anche si avranno ancora piogge lievi in molte regioni del Venezuela.

Gli Stati più colpiti dal maltempo sono sempre lo Zulia, Miranda, Falcòn, Nueva Esparta e il Distretto Capitale. Gli sfollati, quasi 150 mila, aumentano di giorno in giorno e i «ricoveri provvisori» sono insufficienti per accoglierli tutti. Si teme che le precarie condizioni sanitarie nei ricoveri di emergenza e nelle zone allagate possano contribuire alla diffusione di epidemie che aggraverebbero la già difficile situazione che si vive nel paese.