Berlusconi pensa a ministri tecnici per avvicinare Casini

ROMA – Un discorso ‘alto’ in Parlamento e, successivamente, dopo la fiducia data quasi per certa, l’innesto di un paio di ministri ‘tecnici’, dai nomi prestigiosi e di grande profilo, per mandare un segnale di buona volontà all’Udc di Pier Ferdinando Casini. E ciò nella speranza che i centristi cambino posizione sull’esecutivo e magari appoggino alcuni provvedimenti, aggirando al contempo il veto dei leghisti sugli ex dc.

A ventilare un simile scenario, secondo fonti concordanti del centrodestra, è stato il premier Silvio Berlusconi. Conversando con alcuni esponenti del centrodestra, in una pausa della lunga giornata milanese dell’altro ieri, il premier ha affrontato il nodo del post 14 dicembre. Dando quasi per scontato di avere la fiducia, Berlusconi ha brevemente ragionato sul dopo. Consapevole che una maggioranza di uno, duo o tre deputati alla Camera non gli consentirebbe di proseguire agevolmente nell’azione di governo, il Cavaliere ha riconosciuto che il campo centrista è quello in cui guardare, visti i rapporti sempre più difficili con i finiani.

In questo quadro, secondo quanto riferito dalle stesse fonti, il premier ha parlato di ‘’margini’’ di trattativa con i centristi. Lui stesso ha riconosciuto che l’obiettivo di un allargamento del governo all’Udc continua a scontrarsi con il ‘niet’ di Casini. Riprovarci subito, anche dopo aver incassato la fiducia, sarebbe quindi inutile. Meglio procedere per gradi, mandando a Casini segnali di buona volontà. Ed ecco l’ipotesi gettata lì dal premier: nominare un paio di ministri ‘tecnici’ dai nomi prestigiosi. Per far capire a che tipo di profilo stava pensando Berlusconi ha fatto il nome di Mario Monti. Un’innesto che avrebbe un doppio obiettivo: imprimere al governo un orientamento più attento a certe tematiche care ai centristi e dare maggior lustro all’esecutivo.

Un modo per convincere Casini che l’aria è cambiata, ma senza incappare nel veto leghista, da sempre contrario ad un allargamento dell’esecutivo verso l’Udc. Berlusconi sa però che per avvicinarsi all’ex presidente della Camera, dovrà inviare segnali anche sul fronte dell’azione di governo. E, secondo le persone a lui più vicine, inizierà a farlo da oggi, nel suo intervento in Senato. Un discorso ‘’alto’’, di apertura, in cui cercherà di spiegare che la fiducia al governo non è nell’interesse del premier, ma semmai del Paese che ha bisogno di una guida in una fase congiunturale così delicata. Un intervento in cui non dovrebbero mancare richiami a temi cari ai centristi, come il quoziente familiare, peraltro già previsto nei cinque punti programmatici.