Ibra-Robinho-Boateng: nel Milan tutti Allegri a parte Ronaldinho

L’estate scorsa Galliani lo definì “il tecnico con il physique du role adatto a guidare il Milan”. Per quello fortissimamente lo volle, convincendo anche il ‘presidentissimo’ Silvio Berlusconi, che non ebbe più remore ad ingaggiarlo quando l’allenatore ‘discepolo’ di Giovanni Galeone, e che venne preso nonostante fosse privo di un passato da milanista, spiegò che “finché sarò al Milan punterò su Ronaldinho”. Parole poi smentite dai fatti,ma all’epoca non si sapeva che a Milanello sarebbero arrivati Ibrahimovic e Robinho.

Il ‘dentone’ brasiliano sorride anche adesso che è abbonato alla panchina, ed il Milan è primo in classifica, capolavoro di Allegri mai uguale a se stesso: nelle ultime tre settimane la squadra rossonera ha cambiato modulo ad ogni partita, al punto che il suo simbolo, Ibra a parte, è diventato quel Boateng capace di fare un po’ di tutto: dal mediano all’attaccante, dall’incursore al terzino come suo fratello che gioca nella nazionale tedesca. E Gattuso? Voleva essere ceduto, ma Allegri, suo ex compagno di squadra a Perugia, gli disse “non puoi andartene proprio adesso che arrivo io” ed ora Ringhio è un giocatore rigenerato (anche se con la Roma sabato non ci sarà per infortunio, come Zambrotta) e dispiace che abbia deciso di smetterla con la Nazionale. Aglianese (il club di serie D dove l’ex ‘cervello’ di Pescara e Perugia aveva chiuso la carriera da giocatore), Spal, Grosseto, Sassuolo, Cagliari, poi il salto in lungo verso il Milan, nel segno di una metamorfosi caratteriale. L’Allegri calciatore era ‘scapigliato’ come il suo maestro Galeone e alquanto ‘irregolare’ anche nella vita fuori dal campo. Come quando sparì proprio il giorno delle nozze con Erika, la fidanzata di lungo corso che non ha ancora metabolizzato quello che una volta lo sposo mancato definì “un dribbling nello stretto veramente magnifico”.

L’Allegri allenatore è una persona molto più misurata, anche con le parole, a parte un incidente verbale con dei carabinieri che risale al 2008 e gli sta costando un processo. Il suo è il Milan dei mediani, Berlusconi per ora non ci ha messo bocca (“io ero abituato con Cellino…”, ha ricordato il tecnico), casomai lo ha ripreso soltanto per la pettinatura fuori posto e da quel giorno Max, prima di concedere interviste, si rivede allo specchio: hai vistomai che la riga fuori posto per uno che viene da Livorno possa voler dire comunista… Di sicuro per Allegri “Berlusconi è geniale, uno che ha anni di vantaggio sugli altri”. Scorrendo la classifica rimane una sensazione precisa: il presidente plurivincitore di Coppe Campioni e scudetti ha trovato il tecnico che fa per il suo Milan, dopo l’incidente di percorso con Leonardo. L’ex virtuoso delle finte del Perugia lo ripaga con belle prestazioni (specie di Ibra…) ed una continuità di rendimento che sta scacciando il fastidioso ricordo dei titoli in serie dei cugini interisti che, senza Mourinho, sono tornati ad essere dei comprimari.