L’apertura di Bossi semina scompiglio

ROMA – L’apertura di Umberto Bossi all’Udc semina scompiglio nella Lega, un timore partito dalla base al Nord e arrivato fino a Roma. A Montecitorio i parlamentari registrano il ‘’senso di smarrimento’’ dei militanti che si chiedono come sia possibile ‘’essere avversari dei centristi, magari in consiglio comunale, e poi alleati a Roma’’. ‘
– A questo punto – si spiega – è sempre meglio il voto.


L’obiettivo lo ha indicato come sempre Umberto Bossi ieri alla Camera:
– Nessun veto all’Udc, se questo può consentire di ‘incassare’ subito la riforma federale. Si tratta di un ultimo tentativo per non vanificare il lavoro di questa legislatura ma senza dimenticare che l’opzione del voto anticipato è sempre valida.


Insomma, va bene trattare con Casini ma soltanto se i centristi sono pronti a portare a termine quella riforma federale alla quale l’Udc si è però sempre opposta con fermezza.
– Bisogna essere in due a decidere, bisogna vedere quali sono le condizioni e qual è l’atteggiamento dell’Udc nei confronti del federalismo – sintetizza con pragmatismo Marco Reguzzoni, presidente dei deputati del Carroccio.
In Transatlantico tra i parlamentari con la pochette verde non è passato inosservato che nel discorso per il voto di fiducia è stata fatta una apertura di credito nei confronti dell’Udc, invitandoli a collaborare alle riforme.