Marcegaglia: «Malati di bassa crescita, siamo sotto la media europea»

ROMA – ‘’L’Italia delude’’: nell’insidiosa risalita dal fondo della crisi ‘’ancora una volta rimane indietro’’; dopo segnali di ripresa a primavera ‘’la frenata estiva e autunnale è stata decisamente più netta dell’atteso ed il 2010 si chiude con produzione industriale e Pil quasi stagnanti’’. Così gli economisti di Confindustria hanno tagliato le stime sulla crescita per 2010 e 2011, e nel consueto rapporto di dicembre hanno preso atto del fatto che ‘’la malattia della lenta crescita non è mai stata vinta’’. Anche perchè l’Italia la affronta con armi spuntate, strumenti ‘’insufficienti’’.

Se poi si guarda all’Europa, ‘’il confronto con la Germania è impietoso’’. Resta alto anche l’allarme per il lavoro, con 540mila occupati in meno da inizio crisi (oltre all’impatto della Cig pari a 480mila posti di lavoro), ed un tasso di disoccupazione che il centro studi di Confindustria prevede ancora in aumento fino ad un picco del 9% nell’ultimo trimestre 2011, per poi iniziare a scendere nel 2012, ‘’molto gradualmente’’. Il numero dei disoccupati ad ottobre 2010 (2,167 milioni) ‘’più del doppio rispetto ad aprile 2007’’.

Per la leader degli industriali, Emma Marcegaglia, ‘’si conferma una crescita troppo bassa in Italia: non siamo solo sotto la Germania, ma anche sotto la media europea. Questo è un problema serio’’. Come la Germania ha fatto da inizio anni Duemila, ‘’servono le riforme’’. Le ultime previsioni del Centro studi di Confindustria indicano che la crescita a fine 2010 si fermerà al +1% del Pil (tre mesi fa la stima era +1,2%), nel 2011 all’1,1% (da +1,3%). Mentre per il 2012 si prevede una crescita del +1,3%.

– Sono esercizi che durano un giorno. Non credo che valga la pena commentare – dice il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi.
– In Italia, dice Emma Marcegaglia -, abbiamo tenuto nel rigore dei conti pubblici, nella crisi, ma questo non basta, dobbiamo tornare a crescere.

Alla politica la leader degli industriali rinnova quindi l’invito a superare questa fase di ‘’incertezza’’.
– Il governo che ha avuto la fiducia – sostiene – ora deve trovare la maggioranza per fare le riforme e non solo iniziative per il contenimento del debito pubblico. Se sprechiamo anche i prossimi mesi, per il Paese è un serio rischio.

Riforme per sostenere un recupero che ad oggi si dimostra indeciso e lentissimo: +1,5% finora. Così, spiegano gli economisti di via dell’Astronomia, guidati da Luca Paolazzi, ‘’non si ritornerà sui valori prerecessivi che nella primavera del 2015’’. E ‘’per riagguantare entro la fine del 2020 il livello del trend, peraltro modesto, registrato tra 2000 e 2007, l’Italia dovrebbe procedere d’ora in poi ad almeno il 2% annuo’’. Un obiettivo ‘’raggiungibile in un arco di tempo ragionevole, come insegna la lezione tedesca, entro il 2012 secondo gli stessi documenti governativi’’. Ma ‘’per coglierlo gli strumenti messi in campo appaiono insufficienti’’.