Fini: “La legislatura può arrivare in fondo e io non mi dimetto”

“Sono stato eletto presidente della Camera e resterò presidente della Camera per tutta la legislatura in rispetto delle istituzioni”. Lo ha ribadito il presidente della Camera, Gianfranco Fini, nel corso degli auguri di fine anno alla stampa parlamentare, rispondendo alla domanda di un giornalista che gli chiedeva se il suo ruolo istituzionale non potesse essere d’impaccio alla sua attività politica di leader di Futuro e Libertà, specie in un clima che si può definire già preelettorale.

“Anche se il ruolo di presidente della Camera potesse essere d’impaccio, e non lo è, all’attività politica – ha scandito Fini – io ho il dovere di rispettare il mandato conferito”, perché in caso di dimissioni “userei in modo improprio le istituzioni”. “Sono convinto invece – ha detto ancora la terza carica dello Stato – che bisogna rispettare le istituzioni. So che alcuni tra i presenti, si dilettano con questa ipotesi: contenti loro…”. Fini esclude dunque ancora una volta qualsiasi illazione su sue imminenti dimissioni: “questa è un’ipotesi che non esiste – spiega – sono stato eletto presidente della Camera e rimango presidente della Camera fino alla fine della legislatura, e fino a quando non si dimostri che sono venuto meno ai miei compiti”.

Ma Fini è andato oltre, spiegando che “questa è una legislatura che può durare”. E ancora: “Le condizioni ci sono”. Fini invita tutti ad ascoltare il monito del Capo dello Stato. “È chiaro che il tempo risponderà alla domanda se si potranno tradurre in realtà le riforme o se sarà una legislatura che si trascina”, dice poi il presidente della Camera secondo il quale “nodi come quello della legge elettorale e di un rapporto diretto tra eletto ed elettore vanno affrontati: se la legislatura proseguirà, come è stato detto, e per certi aspetti ci sono le condizioni che ciò accada”.

”Il cuore del problema è garantire la stabilità che o è nella politica o non c’è legge elettorale o marchingegno che possa darla” ha ragionato Fini. ”O una maggioranza è coesa e stabile o non è certo la legge elettorale che fa la differenza”, ha aggiunto il presidente della Camera confermando i suoi ”dubbi in ordine all’uso distorto del premio di maggioranza in questa legge elettorale”. Fini ha ricordato che fu definito ‘legge truffa’ il sistema elettorale che affidava il premio di maggioranza a chi raggiungesse il 50,1 dei consensi, soglia molto più alta di quella attuale.