Gli studenti da Napolitano: «Solo lui ci ascolta»

ROMA – Il Presidente della Repubblica, ricevendoli, avrebbe detto agli studenti:
– Inviatemi le vostre proposte alternative, le valuterò.

E Luca – ormai famoso per ”quello scontro” in tv con Ignazio La Russa – raccontandolo, alla fine della giornata, conclude:
– Ha fatto una cosa importante. E’ stato il nostro unico interlocutore. Ha riconosciuto che esiste un movimento dopo due anni di mobilitazione.

E’ il punto che segna una vittoria, secondo i manifestanti, come epilogo di questo temuto ’22 dicembre’. Una maratona iniziata con l’incontro alla Cgil, dove i ragazzi hanno chiesto a Susanna Camusso di costruire assieme lo sciopero generale. Perchè il sogno è ”bloccare il Paese”, come in Francia. Si accalcano gli 11 compagni della delegazione ricevuta da Giorgio Napolitano al Quirinale, davanti alle telecamere e ai flash.
Luca Cafagna, 26 anni, iscritto a Scienze politiche, fra le guide in prima linea della protesta, fa una pausa e tira una specie di sospiro. Tiene ferma la voce, fissa lo sguardo in camera, e scandisce parola per parola, per esprimere tutto l’orgoglio degli studenti, alla fine di una lunga giornata. Non dimentica di fare un passo avanti.

– Adesso è il Governo che deve aprire al dialogo – dice -. Prenda esempio dal Capo dello Stato e si mostri aperto a un confronto con gli studenti.
Basta con le zone rosse. Dove loro hanno inteso lasciare solo, chiudendocelo dentro, l’esecutivo. Ora, finalmente, iniziano per tutti le vacanze di Natale: dopo sette ore di marcia, da Piazzale Aldo Moro, ingresso della Sapienza, attraverso i quartieri popolari, puntando dritto verso la tangenziale, terra di nessuno su cui affacciano però ”le case della gente”. Bloccano il traffico pure in autostrada. Ma il pensiero, il senso ‘costruito a tavolino’, della manifestazione di si legge in quei pacchi-dono. Alla Cgil, con la richiesta dello sciopero, cui ha risposto la segretaria generale, promettendo un confronto con gli studenti.

– Nessuno esclude lo sciopero generale – ha detto la Camusso – ma non ci sono le condizioni adesso”.
Sono stati consegnati, poi, un pacco all’Atac – leggi scandalo ‘Parentopoli’ – e un consultorio, il primo di Roma, ”contro la legge Tarzia”. Le due ore cruciali sono arrivate però dopo una seconda lettera a Giorgio Napolitano.

”Illustrissimo Presidente – hanno scritto – anche oggi le piazze sono piene di studenti e studentesse, ricercatori e lavoratori della conoscenza che da mesi si mobilitano per riconquistare il nostro futuro è quello dell’intero Paese”. Quindi ‘gli studenti e le studentesse in mobilitazione’ – così hanno firmato anche questa lettera – hanno chiesto in modo esplicito un incontro al Capo dello Stato, ”al più presto”.

Le ultime ore del corteo sono state una lunga trattativa con la prefettura, per arrivare alla convocazione finale: il premio di una manifestazione pacifica, in linea con quanto avevano promesso.
– Non abbiamo parlato degli scontri – dice Elena Monticelli, 23 anni, iscritta a Economia – ma il Presidente ha detto che quella di oggi è stata una bella manifestazione. Il ddl Gelmini sarà legge, ed è inemendabile. Ma noi andiamo oltre, e Napolitano oggi l’ha capito.