I deputati della circoscrizione estero scrivono al Presidente Napolitano

I 12 deputati eletti all’estero hanno scritto una lettera al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per manifestare “alcune preoccupazioni sul concreto riconoscimento di fondamentali diritti riguardanti i cittadini italiani all’estero”. Nella missiva a firma di Giuseppe Angeli, Amato Berardi, Gino Bucchino, Aldo Di Biagio, Gianni Farina, Marco Fedi, Laura Garavini, Ricardo Antonio Merlo, Franco Narducci, Guglielmo Picchi, Fabio Porta e Antonio Razzi si punta il dito in modo particolare “sulla possibilità di continuare a votare nelle consultazioni elettorali generali con il voto per corrispondenza, regolato dalla legge 459/2001, spesso evocato con accenti critici come in occasione di recenti vicende di cronaca che hanno coinvolto un eletto dichiarato decaduto dal Senato della Repubblica”.

“Ci rivolgiamo a lei – scrivono i parlamentari – come supremo garante dei diritti costituzionali dei nostri cittadini, ovunque risiedano. L’inserimento della Circoscrizione Estero nella Costituzione e la scelta della modalità di voto per corrispondenza hanno consentito – si legge nella lettera – di concretizzare un fondamentale diritto di cittadinanza che in passato era riconosciuto sul piano formale, ma limitato nel suo effettivo esercizio.

Rimettere in discussione questi due fondamentali presupposti significherebbe non solo incidere su diritti essenziali, ma regredire verso situazioni superate con la fattiva partecipazione delle nostre comunità all’estero e con una vasta espressione del nostro Parlamento”.

I parlamentari riconoscono anche qualche piccolo difetto nel voto per corrispondenza ma, al contempo, ricordano a Napolitano che “in parlamento sono già state depositate numerose proposte di legge da parte di parlamentari di diverso schieramento politico che contengono suggerimenti e soluzioni adatti a rafforzare le garanzie di regolarità nei diversi passaggi che la legge prevede: dalla stampa centralizzata delle schede all’iscrizione per il voto per corrispondenza, dalla più vigile custodia dei materiali alla formalizzazione della consegna delle schede agli aventi diritto, dai comitati di controllo nell’ambito delle circoscrizioni consolari alla migliore organizzazione dello scrutinio”. Nonostante l’attuale “situazione politica presenta tali aspetti di complessità che è difficile confidare nella possibilità di pervenire in tempi brevi all’adozione di alcune necessarie correzioni della legge 459/2001” i parlamentari si rivolgono al presidente della Repubblica per sottolineare che c’è “l’esigenza di un provvedimento che rafforzi le condizioni di legalità dell’esercizio del voto per corrispondenza, nel quale si riconosca un ampio schieramento di forze, possa essere rappresentata autorevolmente e con il crisma dell’imparzialità al governo e ai presidenti dei rami del parlamento”.

“In passato, gli italiani all’estero nella più elevata carica della Repubblica – concludono – hanno trovato attenzione e considerazione, spesso, anzi, solo in essa. Siamo convinti che anche in questa occasione non mancherà una parola di incoraggiamento e di sostegno”.