Papa approva legge antiriciclaggio

Città del Vaticano – «La Santa Sede approva l’impegno della comunità internazionale contro il riciclaggio del denaro e il finanziamento del terrorismo». E’ quanto si legge nel motu proprio di Benedetto XVI con il quale il Vaticano promuove la normativa per la prevenzione e il contrasto delle attività illegali in campo finanziario e monetario.


Allo stesso tempo viene istituita l’Autorità d’informazione finanziaria che vigilerà su tutte le istituzioni economiche della Santa Sede e sarà interlocutore centrale per gli organismi internazionali che si occupano di trasparenza finanziaria. Ancora, è stata promulgata la legge «concernente la prevenzione ed il contrasto del riciclaggio dei proventi di attività criminose e del finanziamento del terrorismo».


«La pace purtroppo, ai nostri tempi in una società sempre più globalizzata – si legge nel motu prorpio del Pontefice – è minacciata da diverse cause, fra le quali quella di un uso improprio del mercato e dell’economia e quella, terribile e distruttrice, della violenza che il terrorismo perpetra, causando morte, sofferenze, odio e instabilità sociale». «Molto opportunamente – prosegue il Papa – la comunità internazionale si sta sempre più dotando di principi e strumenti giuridici che permettano di prevenire e contrastare il fenomeno del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo». Quindi si legge:


«La Santa Sede approva questo impegno ed intende far proprie queste regole nell’utilizzo delle risorse materiali che servono allo svolgimento della propria missione e dei compiti dello Stato della Città del Vaticano».


Con l’adesione della Santa Sede alle normative internazionali relative alla trasparenza finanziaria e all’antiriciclaggio, afferma padre Federico Lombardi, «si eviteranno in futuro quegli errori che così facilmente diventano motivo di ‘scandalo’ per l’opinione pubblica e per i fedeli. Insomma, la Chiesa sarà più ‘credibile’ davanti alla comunità internazionale e ai suoi membri. E questo è di importanza vitale per la sua missione evangelica». Le nuove norme, continua, «sono state volute dal Papa che è colui che governa la Chiesa».


Con il motu proprio approvato oggi dal Papa sulla trasparenza finanziaria – si spiega in una nota della Segreteria di Stato che precisa alcuni aspetti delle normative approvate dal Pontefice – si stabilisce che la nuova legge relativa alla prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, abbia vigenza per tutti i dicasteri vaticani e per gli enti e gli organismi dipendenti dalla Santa Sede». Tra questi «l’Istituto per le opere religiose (Ior), riconfermando l’impegno del medesimo ad operare secondo i principi ed i criteri internazionalmente riconosciuti». Quindi si spiega che la nuova Autorità d’informazione finanziaria, è «un organismo autonomo e indipendente con incisivi compiti di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, nei confronti di ogni soggetto, persona fisica o giuridica, ente ed organismo di qualsivoglia natura dello Stato della Città del Vaticano, dei dicasteri della Curia romana e di tutti gli organismi ed enti dipendenti dalla Santa Sede». Quindi «si delegano i competenti organi giudiziari dello Stato della Città del Vaticano ad esercitare, per i reati in materia di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, la giurisdizione penale nei confronti dei soggetti appena richiamati».


Il presidente e i membri del consiglio direttivo dell’Autorità d’informazione finanziaria saranno nominati dal Papa. L’entrata in vigore della legge è il primo aprile 2011.


La nuova legge stabilisce poi che le notizie in possesso di funzionari vaticani sono coperte da segreto d’ufficio «nei confronti di chiunque ad eccezione dell’Autorità di Informazione Finanziaria e dell’Autorità Giudiziaria, inquirente e giudicante, quando, per quest’ultima, le informazioni richieste siano necessarie per le indagini o per i procedimenti relativi a violazioni sanzionate penalmente».


Inoltre, la norma afferma il principio del controllo su tutte le somme che entrano o escono dal Vaticano. E’ quanto si legge all’articolo 39 del testo che tocca il tema dell’obbligo di dichiarazione, registrazione e conservazione.


Previste anche una serie di pene e sanzioni verso chi trasgredisce. «Chiunque sostituisce o trasferisce denaro – si legge nel testo – beni o altre utilità provenienti da un reato grave, ovvero compie in relazione ad essi altre operazioni, in modo da ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa, ovvero impiega in attività economiche o finanziarie denaro, beni o altre utilità provenienti da un reato grave, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni e con la multa da euro mille ad euro quindicimila». E’ previsto inoltre che si applichi «la reclusione da due a sei anni e la multa da euro mille ad euro diecimila se il denaro, i beni o le altre utilità provengono da reato grave per il quale è stabilita la pena della reclusione inferiore nel massimo a cinque anni». Ancora «nei confronti della persona che ha commesso il reato grave si applica la reclusione da due a sei anni e la multa da euro mille ad euro diecimila».