Afghanistan, alpino ucciso da un cecchino

ROMA – E’ stato ucciso da un cecchino, secondo le scarse informazioni finora disponibili, il militare italiano morto oggi in Afghanistan. Il fatto è avvenuto un paio di ore fa, nel distretto del Gulistan, nell’ovest del Paese.


Nel Gulistan (provincia di Farah), una delle zone più ‘calde’ del settore affidato al controllo dei militari italiani, al confine con l’Helmand, dal primo settembre operano gli alpini del 7/o reggimento di Belluno, che costituiscono l’ossatura della Task force south east, composta anche da militari di altri reparti. Il 4 ottobre scorso, proprio nella valle del Gulistan, si verificò l’imboscata in cui morirono altri quattro soldati italiani. L’area affidata al controllo degli alpini, denominata Box Tripoli, era un tempo sotto comando statunitense. In questi pochi mesi i militari italiani hanno portato avanti una serie di iniziative (tra cui quattro progetti di cooperazione civile-militare) con ”notevole successo”, come ha sottolineato solo qualche settimana fa il generale David Petraeus, comandante della missione Isaf in Afghanistan, in visita agli alpini del Gulistan.


– Il nostro soldato è stato colpito da un solo colpo in uno dei punti scoperti sia da protezioni fisse che personali: quindi una fatalità, che fa ancora più rabbia – lo ha detto all’Ansa il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, confermando che il militare è stato ucciso da un cecchino.


– I cecchini non sono una novità, ma finora non avevano mai ferito nessuno – ha detto il ministro.


Era in forza al 7/o reggimento alpini di Belluno il caporal maggiore Matteo Miotto, il militare ucciso oggi da un cecchino mentre era in servizio all’interno della base avanzata ‘Snow’ nella valle del Gulistan. Miotto, 24 anni, veneto di Thiene, si trovava in Afghanistan da luglio. Assieme agli uomini del suo reparto e a una componente del genio era impiegato nella Task Force South East, la task Force italiana che dal primo settembre ha iniziato ad operare nell’area al confine con l’Helmand.