Anm, rischio di chiusura dei tribunali per il blocco dell’assistenza informatica

ROMA – “Una paralisi complessiva del sistema”, con la “chiusura dei tribunali”, e l’impossibilità per le imprese e i privati di partecipare a gare di appalti e concorsi. Il segretario dell’Associazione nazionale magistrati Giuseppe Cascini, in un’intervista all’Ansa, lancia l’allarme sulle conseguenze che deriveranno dal blocco dal primo gennaio scorso dell’assistenza informatica agli uffici giudiziari. E avverte che il sindacato delle toghe è pronto ad una ‘’protesta forte e decisa’’ contro quello che potrebbe essere il “colpo finale” del governo a una “macchina che ha già enormi difficoltà di funzionamento”. Parole che potrebbero preludere alla convocazione di uno sciopero. Le iniziative di mobilitazione saranno decise dagli organismi direttivi dell’Anm che si riuniranno ‘’al più presto’’: il 12 gennaio la giunta, il 15 il parlamentino.


La presa di posizione di Cascini arriva dopo che lo stesso capo del Dipartimento dell’Organizzazione giudiziaria del ministero della Giustizia, Luigi Birritteri, in un lungo messaggio inviato sulla mailing list dell’Anm aveva definito ‘’più che giustificato’’ l’”allarme” delle toghe per “la temporanea sospensione dei servizi di assistenza tecnica ai sistemi informativi” degli uffici giudiziari, pur garantendo l’impegno del ministro, oltre che il proprio, per ‘’una soluzione in tempi assai brevi’’. E giunge dopo che Magistratura democratica, la corrente di sinistra delle toghe, tramite il segretario Piergiorgio Morosini, aveva invocato ‘’forme di protesta clamorose’’.


Intanto il Pd definisce inaccettabile il blocco dell’assistenza informativa e accusa il governo di non aver ‘’fatto nulla’’, pur essendo la spesa necessaria ‘’limitata a meno di dieci milioni di euro’’. Perchè i magistrati siano così preoccupati lo spiega Cascini:
– L’assistenza informatica consente il funzionamento della macchina giudiziaria: se si ferma il rischio serio è la paralisi degli uffici giudiziari e del sistema; il che significa la chiusura dei tribunal e dunque innanzitutto il blocco dell’attività processuale.


Ma non solo: diventerà impossibile il rilascio di certificati e di copia degli atti dei procedimenti, con conseguenze pesantissime sul sistema socio-economico.
– I tribunali – prosegue – chiuderanno e se si blocca un ufficio essenziale per la vita del Paese le imprese non potranno più partecipare a una gara di appalto, perché non avranno la certificazione necessaria, e nemmeno iscrivere una causa a ruol.


Una situazione drammatica che è il “segno della grave disattenzione ai problemi di funzionamento della giustizia”. Con il Guardasigilli la polemica è diretta:
– Il bilancio della sua attività non può che essere la registrazione di un fallimento annunciato, visto che si è occupato esclusivamente di questioni che hanno appassionato il dibattito politico, disinteressandosi del funzionamento della giustizia, di cui secondo la Costituzione è il responsabile.