Il futuro del governo passa dalle Commissioni

ROMA – Il Parlamento è diventato un vero e proprio percorso a ostacoli per il governo. I numeri risicati della maggioranza non preoccupano infatti solo in Aula, ma anche nelle commissioni, dove in cinque casi l’opposizione sorpassa Pdl e Lega. Di sicuro la situazione è più difficile alla Camera, dove Silvio Berlusconi ha incassato la fiducia per soli tre voti. Anche al Senato, però, l’approdo di Fli all’opposizione e l’alleanza con Udc, Api ed Mpa nel Terzo polo, non fa dormire sonni tranquilli in ben cinque commissioni. Ma soprattutto, è in bilico la situazione nella bicamerale per il Federalismo: se il finiano Mario Baldassarri o anche la senatrice dell’Svp Helga Thaler decidono di mettersi di traverso, possono ostacolare il provvedimento da cui la Lega fa dipendere il proseguimento della legislatura. Ecco un quadro della situazione, considerando anche il voto dei presidenti di commissione, che però in genere si astengono.


– Gli ostacoli per il Federalismo – Nella bicamerale che decide le sorti dei decreti sul federalismo, Lega e Pdl hanno lo stesso numero di voti dell’opposizione (15 a 15), ma solo grazie all’aiuto della senatrice Thaler, che appartiene all’Svp, un partito che finora ha deciso di volta in volta se sostenere o meno il governo. Determinante appare inoltre il senatore Baldassarri (Fli), che prima della pausa natalizia ha chiesto alcune modifiche ai decreti. Per superare queste incognite il ministro Calderoli è impegnato in questi giorni in una mediazione decisiva, con l’apertura a eventuali correzioni.


– Le 8 Commissioni in bilico alla Camera – Affari costituzionali, Esteri, Cultura, Giustizia e Bilancio. Ci sono commissioni di gran peso, tra quelle di Montecitorio in cui Pdl e Lega non hanno la maggioranza. Nella prima commissione, l’opposizione (Pd, Idv, Fli, Api, Udc) prevale di tre voti (25 a 22), se non si conta Karl Zeller dell’Svp. Pdl e Lega vanno sotto anche agli Esteri (24 a 21) e nelle commissioni Cultura (23 a 22) e Lavoro (23 a 22). Il pallottoliere segna pari, invece, tra i deputati delle commissioni Giustizia (24 a 24), Difesa (22 a 22), Bilancio (24 a 24) e Affari sociali (22 a 22). Avanti solo di un voto, la maggioranza, in quelle Trasporti e Ambiente. Stando così le cose, il cammino è impervio. Ammette ‘’difficoltà’’ anche Umberto Bossi dal Cadore. Ma il Pdl confida nel tentativo di Berlusconi di portare alla maggioranza un numero di parlamentari tali che, sommati a quelli del Misto che sostengono il governo, potrebbero andare a formare un nuovo gruppo di almeno 20 deputati, cui spetterebbero uno o due posti in ogni commissione.


Pdl-Lega in difficoltá anche al Senato – Nonostante la maggioranza più ampia, anche a Palazzo Madama la situazione è complicata in cinque commissioni. Pdl e Lega hanno infatti lo stesso numero di senatori delle opposizioni nella Affari costituzionali (13 a 13). E così fin dal decreto ‘Milleproroghe’ diventa determinante Oskar Peterlini, dell’Svp (‘’il mio sì non sarà incondizionato’’, dice). Stessa situazione in commissione Finanze, dove il governo è avanti di un voto (12 a 11), ma la senatrice Thaler o il presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi possono garantire il pareggio all’opposizione. Il governo è sotto di uno, invece, in commissione Difesa (12 a 11), dove potrebbe assicurare il pareggio solo il voto del senatore a vita Emilio Colombo. Pari, infine, i due schieramenti nelle commissioni Esteri (12 a 12, più due senatori a vita) e Cultura (12 a 12, più la Montalcini).