Trentacinque italiani morti in missione dal 2004

ROMA – Dal 2004 a oggi sono 35 gli italiani caduti in Afghanistan e morti per diverse cause, tra cui l’agente del Sismi Lorenzo D’Auria e il funzionario italiano dell’Aise Pietro Antonio Colazzo.
Il 2010, con 13 italiani morti nei primi dieci mesi, diventa così l’anno più nero per i nostri militari in missione in Afghanistan. Prima del militare ucciso il 31 dicembre nel distretto del Gulistan, nel nord ovest del Paese, il 9 ottobre furono vittime di un’imboscata sempre in questa zona quattro alpini: il primo caporalmaggiore Sebastiano Ville, 27 anni, il primo caporalmaggiore Gianmarco Manca, 32 anni, il caporalmaggiore Marco Pedone, 23 anni e il primo caporalmaggiore Francesco Vannozzi, 26 anni.

Il 17 settembre muore invece l’incursore Alessandro Romani, raggiunto da colpi di arma da fuoco in un attentato nella provincia di Farah. Il 28 luglio, ancora, un’esplosione nei pressi di Herat aveva ucciso due specialisti del Genio impegnati in operazioni di disinnesco di un ordigno. Sempre a luglio, un militare si è suicidato a Kabul. Il 17 maggio, invece, nella zona di Bala Murghab morirono due soldati.

Nella zona di Kabul, il 3 ottobre del 2004 ha perso la vita il caporal maggiore Giovanni Bruno, quando il mezzo su cui viaggiava è uscito di strada. Il 3 febbraio dell’anno seguente il Capitano di Vascello Bruno Vianini è morto quando è precipitato a 60 chilometri a sudest dalla capitale il velivolo civile su cui si trovava, in viaggio da Herat a Kabul. L’11 ottobre, a causa di un incidente mortale nell’area della capitale, ha perso la vita il caporal maggiore capo Michele Sanfilippo.

Il 5 maggio del 2006, per l’esplosione di un ordigno a Kabul, hanno perso la vita il capitano Manuel Fiorito e il maresciallo Capo Luca Polsinelli. Il 2 luglio il colonnello Carlo Liguori è morto per un malore. Il 20 settembre dello stesso anno, in un incidente stradale nella capitale, ha perso la vita il caporal maggiore Giuseppe Orlando. Sei giorni dopo, per l’esplosione di un ordigno al passaggio di una pattuglia nel distretto di Chahar Asyab (circa dieci chilometri a sud di Kabul), ha perso la vita il caporal maggiore capo scelto Giorgio Langella e il 30 settembre, a seguito delle ferite riportate nell’attentato, è morto il primo caporal maggiore Vincenzo Cardella.

Il 24 novembre del 2007, in un attacco kamikaze nel distretto di Pagman, a circa 15 chilometri a ovest della capitale afghana, è morto il maresciallo capo dell’Esercito Daniele Paladini. Il 13 febbraio dell’anno seguente, in uno scontro a fuoco con gli insorti nella valle di Uzeebin, a 60 chilometri da Kabul, è morto il primo maresciallo dell’Esercito Giovanni Pezzulo. Il 21 settembre ha perso la vita per cause naturali il caporal maggiore Alessandro Caroppo. Sempre per cause naturali, il 15 gennaio del 2009 è morto il maresciallo di prima Classe Arnaldo Forcucci. Il 14 luglio, per l’esplosione di un ordigno al passaggio di un convoglio del contingente, nei pressi del villaggio di Ganjabad, a circa 40 chilometri a nordest di Farah, è morto il primo caporal maggiore Alessandro Di Lisio. Il 17 settembre, per l’esplosione di un’autobomba al passaggio di un convoglio italiano a Kabul, sono morti sei militari dell’Esercito: il capitano Antonio Fortunato, il sergente Maggiore capo Roberto Valente, il caporal maggiore capo Massimiliano Randino, il caporal maggiore scelto Matteo Mureddu, il caporal maggiore scelto Giandomenico Pistonami e il caporal maggiore scelto Davide Ricchiuto. Il 15 ottobre, poi, durante uno spostamento da Herat a Shindad, per il ribaltamento del mezzo su cui viaggiava è morto il primo caporal maggiore Rosario Ponziano.