Messico, i numeri della tragedia

CITTÀ DEL MESSICO – I numeri della guerra intrapresa dai narcos in Messico devono far riflettere. Più di 12.650 persone sono state uccise dal “crimine organizzato” nel 2010 appena trascorso. Una cifra esorbitante. Il 52 percento in più rispetto all’anno precedente. Un omicidio ogni 40 minuti. Trentamila negli ultimi quattro anni. Dati impressionanti che evidenziano come la situazione ormai sia sfuggita di mano allo Stato centrale.
Una furia cieca quella dei gruppi criminali messicani. Una furia che non risparmia né donne né giovani. Una violenza che purtroppo è riuscita a mettere paura allo Stato messicano, incapace di contenerla.


Ultimo in ordine di tempo l’omicidio di due uomini, probabilmente uccisi dai sicari dei cartelli della droga, avvenuto in una zona particolare, nel sud est del Paese e non a nord, dove le cosche hanno maggior potenza e influenza. I due uomini erano clown di strada. Un lavoro che non sempre consentiva un lauto guadagno, secondo quanto raccontato dai familiari. Ma per i killer i due pagliacci erano solo spie dell’esercito. E per questo andavano puniti. Una punizione esemplare, considerando che accanto ai due cadaveri è stato fatto ritrovare un biglietto con la spiegazione dell’omicidio. “Questo mi è capitato perchè facevo la spia e pensavo che il ministero della Difesa mi avrebbe protetto”, si legge nel cartello firmato Fez (probabilmente la Forza Speciale de Los Zetas) posto sopra uno dei cadaveri. Non sapremo mai se i due uomini erano davvero spie oppure avevano fatto qualche sgarbo che doveva essere punito. Di fatto sono state colpite due figure che rappresentano l’allegria e la felicità e che si associano alla spensieratezza dei bambini. Forse un modo per precludere anche il loro futuro?


Il dato numerico in merito alle morti nel Paese non è da sottovalutare. Secondo gli investigatori della polizia messicana, infatti, i cartelli avrebbero cellule semi-dormienti in molti stati del Paese a partire da Perù ed Ecuador, capaci di organizzare produzione e trasporto di sostanze stupefacenti verso il nord del continente. E capaci anche di organizzare omicidi, sequestri, spedizioni punitive. Tutto per un miglior controllo del territorio. Tutto come se fossero i padroni della regione. Lo stato più colpito dall’ondata di omicidi è lo stato di Chihuahua. Da dicembre 2006 almeno 10.587 persone sono state assassinate dai killer dei cartelli. Il 57 percento delle vittime è stata registrata a Ciudad Juarez, una delle città più pericolose del pianeta.
La triste classifica degli stati più colpiti dalla violenza criminale dei narcos è lo Stato di Sinaloa dove nel solo 2010 ci sono stati più di 1.700 omicidi. E le forze di sicurezza? Certo è che a pagare sono state anche loro. Secondo un recente conteggio, infatti, sembra che la lotta al traffico di droga abbia causato almeno 755 vittime fra le forze di polizia e dell’esercito. Tutte o quasi sono avvenute in scontri a fuoco con le bande criminali.


In questo insieme tragico di dati uno colpisce particolarmente: quello che riguarda i minori vittime dei cartelli. Sarebbero 183 nel 2010 e oltre mille negli ultimi tre anni. Un dato che lascia senza parole.