Gli studenti si sono uniti alla rivolta contro la corruzione e la censura

TUNISI – Anche gli studenti si sono uniti ieri mattina all’ondata di proteste che ha sconvolto nelle ultime settimane la Tunisia. I ragazzi delle scuole superiori hanno manifestato a Cartagine, un posto particolarmente significativo visto che è la sede del palazzo del presidente Ben Ali.

A riferirlo il blogger Zied el-Heni, che parla anche di manifestazioni svoltesi ieri a Kairouan all’interno del paese e nella vicina Hafouz. Non si tratta delle prime manifestazioni studentesche di questo periodo, visto che la scorsa settimana, nell’altra località costiera di Ariana, un ragazzo si era dato fuoco dopo aver partecipato ad una manifestazione con i suoi compagni di scuola.

Anche gli studenti dell’università di Tunisi sono scesi in piazza nel quartiere di Mannouba, anche se non sono riusciti a raggiungere il centro di Tunisi. Quanto alle vittime degli scontri del fine settimana el-Heni ha detto di aver accertato finora l’identità di 19 deceduti, riportandone sul suo blog i nomi. “Chiedo le dimissioni del ministro degli Interni – ha detto ancora il blogger – la fine del black out dell’informazione e la liberazione di tutte le persone incarcerate”.

Sempre secondo el-Heni, che per motivi di censura ha riaperto ben 107 volte il suo blog, ha sottolineato che l’ondata di protesta di questi giorni “è uno dei risultati più interessanti di Wikileaks”. “La gente ha sempre parlato di corruzione in questo paese – ha spiegato – ma ora sono certi che è un fenomeno cui non si può porre fine, ed è arrabbiata perché si rende conto che la ricchezza prodotta nel paese viene rubata da poche famiglie potenti ed influenti”.

Il network Anonymous la scorsa settimana aveva lanciato ‘Operation Tunisia’ contro la “censura governativa” sul web e aveva sferrato un nuovo attacco informatico contro i siti istituzionali tunisini, tra cui quello del presidente Zine al-Abidine Ben Ali. La questione aveva destato l’attenzione degli Stati Uniti che hanno manifestato la loro “preoccupazione” convocando l’ambasciatore tunisino a Washington per chiedere “il rispetto delle libertà individuali, in particolare in materia di liberta’ di accesso a internet”.