A sorpresa Messi batte Xavi e Iniesta

ROMA – L’argentino Lionel Messi e il portoghese José Mourinho: il pallone d’oro targato Fifa, declinato secondo tradizione nella formula ‘miglior calciatore d’Europa o come premio all’allenatore, volerà oggi da Zurigo in Spagna. Ma di spagnolo ha davvero poco nell’anno della vittoria Mondiale delle Furie Rosse. Per una volta, a far notizia non sono solo i trionfatori, anzi soprattutto gli sconfitti.

Una scelta che fa già discutere in Spagna, e che coincide con l’ingresso della Fifa nella giuria: da quest’anno il premio di France Foot si è fuso col Fifa World Player, ed è forse per la presenza tra i giurati di 416 tra ct e capitani delle nazionali di tutto il mondo che le previsioni sono state completamente ribaltate. Ma in linea con le scelte ‘inconsuete’ della Fifa di Blatter per i mondiali, che siano quelli del 2018 in Russia o del 2022 in Qatar. Xavi e Iniesta, i due registi universali del Barcellona delle meraviglie e della nazionale iberica, erano favoritissimi per succedere a Messi nel premio che per i precedenti 53 anni era stato assegnato da France Football, con la sua giuria di giornalisti, peraltro non senza scelte discutibili.

“Questo premio ha sorpreso anche me”, ha però detto Messi, già premiato lo scorso anno. Il brutto Mondiale con l’Argentina sembrava penalizzarlo; così come la rete di Iniesta a Johannesburg e la stagione al top del regista e di Xavi col Barca rendevano certa la Spagna del premio. Tutti a contare, da Madrid a Barcellona, gli anni che dividevano il nuovo Pallone d’oro da Luisito Suarez, premiato nel ‘60. E invece, è arrivata la beffa: “Messi toglie il Pallone d’Oro alla Spagna”, titola As. E poco contano le dichiarazioni di fair play del dopo annuncio (ironia della sorte, fatto dal catalano Guardiola).

“Tutti e tre l’avremmo meritato, l’importante è che sia stato premiato il Barcellona”, le parole di Xavi, mentre Iniesta evitava commenti a caldo. Ancor più indicativo, il commento di Messi nella conferenza indetta dalla Fifa prima della cerimonia: “Il Pallone d’oro mancato? Avrei comunque preferito vincere il Mondiale”, aveva detto l’argentino dando per scontato che il premio di Zurigo non sarebbe andato a lui. Ancor di più, c’é un dato a indicare come la scelta abbia scompaginato previsioni e storia del premio: è una delle rarissime occasioni in cui ad essere incoronato non è un protagonista della finale Mondiale (escluse quelle degli anni in cui i sudamericani non potevano essere votati). Le fortune della Coppa del Mondo, andando a ritroso, avevano portato bene a Cannavaro (2006), Ronaldo (2002), Zidane (‘98), Mattheus (‘90), Rossi (‘82), Crujyff (‘74), Charlton (‘66). Vista così, una vera beffa per la Spagna, che già si preparava a festeggiare.

Analogo schema per gli allenatori: qui la lotta era più serrata, tra Guardiola e i due favoriti, Del Bosque e Mourinho. Ha vinto Speciale One, tecnico del Real. Ma lui è davvero poco amato in Spagna: l’ultima polemica (l’esultanza al Bernabeu davanti alla panchina Villarreal) ha portato i media a ribattezzarlo il ‘Lady Gaga’ delle panchine. E Mou, per convinzione e anche forse per vendetta, nella sala di Zurigo ha festeggiato trattenendo le lacrime e abbracciando tutti gli interisti presenti, da Lucio a Sneijder, passando per capitan Zanetti. Un po’ come Messi che tra la sorpresa ha alzato quella sfera dorata e ha ringraziato i compagni del Barcellona e ha dedicato il suo bis “a tutti gli argentini”. Altro che Spagna.