Sorgerà nel Bronx la casa di riposo per gli italoamericani

NEW YORK – Una casa di riposo per anziani italoamericani: questo l’ambizioso progetto che da anni impegna le energie del dottor Domenico Mignone. A scriverne è stato nei giorni scorsi Domenico Delli Carpini che sul quotidiano italiano di New York “America Oggi” ha ripercorso le fasi di un progetto di cui si iniziò a parlare nel lontano 1937.

“Meno due. Tanti – si legge nell’articolo – sono gli anni che separano il dottor Domenico Mignone e l’Italian Hospital Society dalla realizzazione dell’ambizioso progetto di una vita: quello di costruire un ospizio “italiano” per gli anziani italoamericani a New York. Erede del testimone di famiglia, il noto medico della comunità è finalmente giunto alla fase finale della progettazione e, secondo i più recenti calcoli, i lavori dovrebbero iniziare appunto fra due anni sul terreno acquistato dalla Società a City Island, nel Bronx. Le mille difficoltà, che per almeno due generazioni ne avevano impedito la realizzazione, ora sembrano siano state superate e il sogno nato nel 1937, anche se con un po’ di ritardo, può finalmente realizzarsi. Alla soluzione dei vari problemi, da quelli di natura economica, a quelli immobiliari e di pianificazione (per non menzionare il complicato e spesso impossibile sistema pubblico e privato di raccolta fondi) hanno contribuito in tanti, ma il merito principale va ai senatori statali Klein e Di Savino e al controller dello Stato di New York Di Napoli che da anni sono in prima fila nella realizzazione del progetto della casa di riposo per anziani italoamericani”.
“Tutti e tre – spiega Delli Carpini – hanno infatti da tempo sposato la causa dell’Italian Hospital Society e per anni si sono battuti affinchè lo Stato di New York contribuisse in modo concreto al finanziamento per la costruzione dell’ospizio. Finanziamento che è puntualmente arrivato. Non a caso, il controller Di Napoli ha annunciato che lo Stato di New York, per accelerare la realizzazione del progetto i cui lavori dovrebbero iniziare l’anno prossimo, ha devoluto l’anno scorso tre milioni e mezzo di dollari alla fondazione. A completamento, la casa di riposo per anziani italoamericani, dovrebbe essere in grado di ospitare oltre 200 pazienti.

“È importante – hanno affermato il senatore Klein – che questo progetto venga realizzato in un momento in cui il tema della riforma sanitaria è attuale. Garantire una vecchiaia tranquilla agli italoamericani in una casa di riposo che possa farli sentire come a casa loro è stato da sempre l’obiettivo dell’Italian Hospital Society e della famiglia Mignone in particolare. Per questo motivo siamo particolarmente soddisfatti per il contributo dello Stato di New York”.

Chiaramente però i tre legislatori, per quanto influenti, da soli non sarebbero mai riusciti a coordinare le risorse umane che operano all’interno di un mondo ristretto e spesso autoreferenziale come quello del non profit se non fossero stati aiutati da veri e propri mecenati locali.

Il 73esimo galà dell’associazione, tenutosi al VIP di New Rochelle qualche settimana fa, ha voluto appunto riconoscere i meriti di quelli che dietro le quinte, con passione e abnegazione, hanno contribuito economicamente al “sogno di una vita” del dottor Mignone. Quest’anno l’Italian Hospital Society ha premiato, per il loro impegno a favore della comunità e del progetto dell’ospizio in particolare Jospeh Armentano, amministratore delegato e CEO della Paraco Gas Corporation, Jospeh Colangelo, presidente della Local Union 246 SEIU, Francesco De Angelis, segretario generale della Camera di Commercio italoamericana di New York e Kenneth Krasne, CEO dell’Alpha Marketing.

“Ho sempre preteso di essere un vero italiano – ha affermato Joe Armentano – e due anni fa, in occasione di un mio viaggio in Sicilia, la terra di mio padre, il miracolo: ho scoperto non solo le mie origini, i miei valori, soprattutto di essere un vero italiano”. Sui valori e sulle tradizioni si è soffermato nel suo intervento anche il dottor Mignone: “Anche gli italoamericani, che con oltre 17 milioni rappresentano uno dei più numerosi gruppi etnici degli Stati Uniti ma anche quello meno riferente – ha detto il medico – finalmente avranno una casa di riposo, la prima negli Stati Uniti, che li possa accogliere in un ambiente che riflette le loro tradizioni e i loro valori”.

Alla serata di beneficenza ha partecipato anche Janet Di Fiore, District Attorney della contea del Westchester. Il procuratore distrettuale, una delle donne di spicco della comunità italoamericana di New York, nel complimentarsi con Joe Armenatano e con gli altri ospiti eccellenti della serata, ha ribadito l’importanza di un progetto tanto ambizioso quanto ammirevole come quello dell’ospizio italoamericano: “Voglio complimentarmi – ha detto Janet Di Fiore – con i legislatori Klein e Savino e con il controller Di Napoli per essere riusciti ad ottenere un contributo così considerevole ma allo stesso tempo voglio anche sottolineare il ruolo di primaria importanza che l’Italian Hospital Society ha nel contesto del mondo italoamericano. La costruzione di un ospizio per gli italoamericani è qualcosa di straordinario e di questo ne do atto al dottor Mignone”. Nel corso del galà è stato riconosciuto e premiato l’impegno di alcuni autorevoli esponenti della comunità e del mondo politico italoamericano”.