L’ultimatum di Marchionne: «Pronti ad andare via»

TORINO – Arriva dal Salone dell’auto di Detroit l’ultimatum sul referendum a Mirafiori dell’amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne.
– Se non ci sarà la vittoria dei sì – avverte – investiremo altrove. La Fiat – annuncia Marchionne – è pronta a spostare la produzione in Canada o negli Usa.
Dal canto suo, Giorgio Cremaschi, presidente del comitato centrale della Fiom, afferma:
– Se dovessero vincere i sì il sindacato metalmeccanici della Cgil si rivolgerà alla magistratura. Questo accordo viola un’infinità di leggi.
Al termine di un incontro con il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, il leader Fiom fa sapere che con Bersani c’è una «preoccupazione comune per le libertà sindacal» messe in discussione dall’accordo su Mirafiori.
Sulla risposta ricevuta Landini taglia corto:
– Chiedetelo a lui. Cosa fanno le forze politiche è nella loro autonomi.
A breve giro di posta a replicare a Landini dal Pd è Massimo D’Alema che chiarisce la posizione dei democratici:
– Noi abbiamo una posizione chiara, che è quella di un partito politico perché il Pd non partecipa al referendum dei lavoratori che giudicheranno l’accordo. Noi siamo favorevoli al programma di investimenti della Fiat ma crediamo che ci debba essere anche un patto sociale per lo sviluppo del Paese.