Ucciso un cristiano. Tensioni per l’attentato di Capodanno

IL CAIRO – Un cristiano egiziano è stato ucciso ieri a colpi d’arma da fuoco su un treno e altri cinque sono rimasti feriti, secondo quanto riferito da fonti, a meno di due settimane dall’attentato contro una chiesa rivelatosi il più sanguinoso attacco interconfessionale in Egitto negli ultimi anni.


Al momento non è chiaro se la sparatoria sia stata provocata da ragioni religiose, in un paese a maggioranza musulmana, dove le tensioni tra le due comunità si sono acuite dopo l’esplosione di una bomba fuori da una chiesa di Alessandria il primo gennaio, che è costata la vita a 23 persone.


I cristiani, che rappresentano circa un decimo della popolazione egiziana che conta 79 milioni di persone, hanno protestato dopo l’attentato di Capodanno, emblema secondo loro del fallimento del governo nella loro protezione.


Mariam Salah, medico in un ospedale di Minya a sud della capitale, ha detto che nel nosocomio si stanno curando cinque cristiani rimasti feriti aggiungendo che uno di loro le ha detto che un sesto cristiano è rimasto ucciso. Una fonte della sicurezza ha confermato che uno è rimasto ucciso.
Un funzionario del Ministero dell’Interno ha detto che si sta sentendo un sospettato e che le autorità stanno indagando anche su coloro rimasti colpiti nell’incidente. Il funzionario non è stato in grado di confermare se la vittima e i feriti fossero cristiani.


All’inizio dello scorso anno, per esempio, sei cristiani e un poliziotto musulmano furono uccisi in una sparatoria davanti ad una chiesa. Alcuni collegarono la sparatoria ad un caso di violenza sessuale.
I cristiani che vivono in Egitto da tempo lamentano il fatto di ricevere un trattamento impari, puntando il dito contro leggi come quelle che rendono più semplice costruire una moschea rispetto ad una chiesa. Il governo dal canto suo sottolinea che tutti i cittadini godono dello stesso trattamento.