“Premio Fondazione Caveme”, un riconoscimento alla ricerca scientifica

CARACAS – “La ‘Fundación Caveme’ è, a tutti gli effetti, il braccio scientifico della ‘Cámara Venezolana del Medicamento’, l’organismo creato dalle società farmaceutiche straniere presenti nel nostro Paese. La Fondazione, da quattro anni e con grande impegno, assegna un premio ai ricercatori venezolani impegnati nell’investigazione scientifica.

Questo premio ha lo scopo di incoraggiare, di incentivare la ricerca nella scienza medica e nella farmacologica. I premi, infatti, si alternano: un anno è ricompensato chi si dedica all’osservazione e alla sperimentazione nell’ambito della disciplina medica ed un altro, invece, chi si dedica all’indagine nell’area farmaceutica”.

Chiaro, rigoroso, preciso. Il dottor Salvatore Pluchino, medico e farmacologo di fama mondiale, con poche parole, ma scelte attentamente, tratteggia con chiarezza l’obiettivo di quello che è anche, anzi soprattutto, una sua creatura: il “Premio Caveme”. Non a caso ne è il coordinatore. D’altronde, nessuno meglio di lui per assolvere il difficile incarico. La sua è una vita dedicata alla ricerca e alla docenza. Conosce perfettamente, perchè sono il suo pane quotidiano, i sacrifici che devono affrontare i ricercatore, la gioia per gli obiettivi raggiunti dopo un lungo tragitto non sempre facile. Si sa, il cammino al successo è spesso fitto di frustrazioni, quando gli sforzi non sono ripagati dai risultati sperati.
– Nel 2008, il primo anno in cui fu indetto il bando di concorso – precisa -, il premio fu assegnato alla ricerca nell’ambito della medicina. L’anno successivo, invece, alla disciplina farmaceutica. E così via di seguito. Abbiamo presentato a febbraio il bando di concorso per il 2011 ed invitato i ricercatori venezolani che si dedicano all’osservazione e sperimentazione farmacologica a proporre i propri lavori.

Che la Fondazione esiga dai ricercatori rigore, precisione e serietà lo si nota subito anche dalle semplici norme che accompagnano la presentazione dei lavori degli aspiranti al premo. Non parliamo poi del rigore scientifico.

Il dottor Pluchino precisa subito che, ai suoi inizi, il premio non ha avuto vita facile. Nonostante fosse promosso da un’istituzione di prestigio, come d’altronde lo è la ‘Fondazione Caveme’, c’erano perplessità e dubbi. Poi, però, tutti gli ostacoli sono stati superati ed oggi, a solo quattro anni dalla sua creazione, è tra i piú ambiti della regione.
– Il suo prestigio – sottolinea – è stato costruito giorno dopo giorno, grazie al rigore con il quale sono stati scelti i lavori premiati e all’autorevolezza di chi è chiamato a far parte della giuria.
– Come si sceglie il membro della giuria?

– Sono ricercatori che hanno una ben guadagnata reputazione – spiega -. Ogni anno viene costituito un “Comitato ad hoc”, integrato sempre da personalità diverse. Sono professionisti, docenti, ricercatori di indubbie qualità umane e professionali. Nessuno di loro conosce il nome degli altri integranti del Comitato. Il lavoro svolto dalla giuria è individuale. Ed è molto delicato. Deve studiare attentamente i lavori che vengono proposti, analizzarli e valutarli. Su materie in cui nutrono dubbi è libera di consultare colleghi più esperti in quello specifico settore. La giuria ha quattro mesi per esaminare attentamente le ricerche proposte e dare un giudizio.

Una volta ricevute le opinioni, la Fondazione convoca la giuria. E’ questa la prima volta che i membri si conoscono. Ovvero, si siedono assieme attorno ad un tavolo di lavoro.

– Di nuovo si analizzano le ricerche presentate – prosegue il dottor Pluchino – e, dopo una attenta valutazione, si scelgono le cinque migliori. In una seconda riunione, dopo un severo esame, si decide quale sarà quella meritoria del premio. Questo – sottolinea – consiste in una somma di denaro equivalente a 1300 ‘unidades tributarias’. Si è scelta la formula delle ‘unidades tributarias’ perchè così gli incrementi scattano automaticamente e il premio, in qualche modo, viene blindato contro gli effetti dell’inflazione.

Per concludere, il dottor Pluchino non può non sottolineare le tante difficoltà che i ricercatori venezolani devono affrontare.

– In Venezuela, a differenza di quanto accade specialmente nei paesi sviluppati – sottolinea -, svolgere una ricerca è assai difficile e solo si possono portare avanti nelle poche istituzioni di prestigio del Paese.

I premi

Fino ad oggi, la ‘Fondazione Caveme’ ha consegnato tre premi, due a ricerche inerenti le scienze farmaceutiche ed uno a quella medica.
– Nel 2008 – ricorda il professore Pluchino -, il premio fu assegnato ad un gruppo di ricercatori, appartenenti a laboratori e istituzioni diverse, che dedicarono il loro lavoro, tempo ed impegno nella ricerca sulla ‘progressione lenta dell’infezione Vih’ nella popolazione infantile. Fu una ricerca assai rigorosa e attenta sui casi in cui l’infezione viene trasmessa durante la gestazione del bambino nel ventre materno, durante il parto o durante l’allattamento materno.
Ci spiega che fino ad un 30 per cento dei casi, l’infezione appare durante i primi mesi di vita e la mortalità è assai alta, mentre per il resto può tardare anche fino all’età scolastica.
– Nel 2009 – prosegue -, il premio fu assegnato allo studio farmacologico sulla malaria, malattia assai comune in alcune regioni del Venezuela e dell’America Latina; e, nel 2010, ad una ricerca sulla presenza dell’asma e sulle caratteristiche genetiche ed ambientali.