La Fiorentina rallenta la corsa del Napoli

NAPOLI – Il migliore in campo? Sinisa Mihajlovic, senza dubbio. Se la Fiorentina riesce a fermare la marcia del lanciatissimo Napoli, lo si deve sicuramente all’ottima prova della squadra, ma anche e soprattutto all’abilità del tecnico nel capire a tavolino la partita e nel prendere le decisioni conseguenti. La gara non è bella, né tantomeno riscalda gli animi dei tifosi. Non ci sono occasioni da gol, ma tatticamente è una partita a scacchi nella quale l’allenatore serbo dimostra di avere le idee più chiare di Mazzarri. La Fiorentina è solida, i giocatori sanno perfettamente ciò che devono fare in campo. Una squadra che potrà davvero dire la sua nel girone di ritorno del campionato.


Il Napoli perde un’occasione importante per mantenere le posizioni di assoluta avanguardia conquistata. Una mezza doccia fredda per l’ambiente e per la squadra. Ma si sa, il Napoli è anche un po’ lunatico ed in casa, contro le squadre solide e chiuse, ha sempre trovato difficoltà.


Mihajlovic schiera la Fiorentina con grande intelligenza. Allinea a quattro la difesa, davanti alla quale piazza D’Agostino regista basso, inserisce altri quattro uomini nella fascia di centrocampo e lascia al solo Gilardino il compito di pungere la difesa avversaria. Così facendo il tecnico serbo chiude a doppia mandata la saracinesca davanti alla porta di Boruc. Il Napoli non riesce infatti a sfruttare le fasce laterali del campo, così come aveva fatto domenica scorsa con la Juve, che trova sistematicamente ostruite dai raddoppi in marcatura degli avversari. La presenza di uno spaurito Sosa sulla linea d’attacco, al posto dello squalificato Hamsik, fa il resto.


Nel primo tempo Mazzarri gli cambia continuamente posizione nella speranza di fargli trovare la concentrazione e le misure giuste. Ma ogni tentativo è vano. L’argentino è un’ombra, non costituisce un punto di riferimento per i compagni e contribuisce in buona parte a dissolvere quegli automatismi d’attacco che si erano visti contro i bianconeri.


Dopo dieci minuti dall’inizio della ripresa, Mazzarri si rende conto che così non si può continuare e fa entrare Yebda al posto dell’argentino, spostando Gargano più avanti. La partita prende subito un’altra piega. Il Napoli che, per tutto il primo tempo aveva lasciato il predominio del gioco ai viola, riesce a sviluppare meglio le sue trame offensive ed in alcuni momenti perfino a schiacciare la Fiorentina nella propria metà campo. Ma le occasioni da gol non arrivano anche perché Lavezzi non è in giornata e Cavani, nonostante il prodigarsi continuo, non riesce mai ad essere incisivo. Mazzarri, d’altronde, l’aveva detto a chiare lettere in settimana ai suoi giocatori: la parola d’ordine è dimenticare la Juve ed evitare cali di tensione. Temeva la Fiorentina ed aveva ragione a farlo.


La partita si esaurisce con gli azzurri che mettono un po’ di paura ai viola nelle ultimissime, concitate fasi di gioco, durante il tempo di recupero in cui spesso in questo campionato, il Napoli è riuscito a trovare la vittoria. Questa volta, però, il miracolo non avviene e la squadra di Mazzarri è costretta a tornare sulla terra, dopo una settimana passata a guardare il campionato tanto dall’alto dal farsi venire le vertigini.