Bassa crescita anche nel 2012 Disoccupazione quasi all’11%

ROMA – Anche per il 2012 la Banca d’Italia stima per la nostra economia un tasso di crescita basso che non consentirebbe un robusto calo dei disoccupati ormai a quasi l’11% considerando cassaintegrati e scoraggiati.
Nell’ultimo Bollettino trimestrale gli economisti del governatore Mario Draghi continuano a battere il tasto dello sviluppo, considerata l’unica carta per convincere i mercati sulla capacità dell’Italia di ripagare l’alto debito.


Lo fanno per dire che l’Italia, senza riforme strutturali, avanzerà a un passo più lento rispetto ai principali concorrenti anche per il prossimo biennio.


“L’espansione del prodotto, frenata dalla debole domanda interna, resterebbe inferiore a quella dell’area dell’euro che le valutazioni di consenso indicano all’1,5%”, si legge nel documento.
Dopo l’1% dello scorso anno la crescita stimata da via Nazionale per quest’anno è dello 0,9% e, per il prossimo, dell’1,1% contro rispettivamente l’1,3 e il 2% inserito dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti nel Documento di finanza pubblica (Dfp) a fine settembre.


Alla fine del 2012 il Pil avrebbe recuperato solo la metà della perdita subita nel corso della recessione e pari a quasi sette punti percentuali.


I primi a farne le spese saranno quanti cercano un lavoro e in particolare i giovani che devono affrontare un mercato che nell’incertezza “privilegia forme contrattuali più flessibili rispetto a impieghi permanenti a tempo pieno”, dice Bankitalia.


In prospettiva, la perdurante incertezza circa le prospettive occupazionali, il graduale aumento dei costi di finanziamento e i minori trasferimenti del settore pubblico “orienterebbero le scelte delle famiglie italiane verso un maggior risparmio” frenando i consumi.
Per il momento i conti pubblici appaiono sotto controllo ma la volatilità dei mercati non consente di abbassare la guardia.