Caso Ruby: il Colle: “Il paese è turbato”. Il premier: “Non mi dimetto”

ROMA – “Ma che siete matti?”. E’ la risposta di Silvio Berlusconi ai giornalisti che, al suo arrivo alla Camera per la riunione Pdl dedicata al caso Ruby, gli chiedono se abbia in animo di dimettersi. Il presidente del Consiglio si è detto “sereno” nonostante la nuova inchiesta giudiziaria sul cosiddetto ‘caso Ruby’.

“Sara’ un boomerang – ha dichiarato -. La legge contro la prostituzione l’ho fatta io”. Il premier avrebbe illustrato i dati di un recente sondaggio svolto da Euromedia in cui si rileva che il suo gradimento sarebbe al 52,3%, mentre il Pdl si attesterebbe poco sopra il 32%. E’ quanto viene riferito da alcuni dei presenti alla riunione.

Il premier è incalzato dai pesanti richiami che arrivano da Quirinale e Vaticano. Da un lato l’autorità laica del presidente della Repubblica.

Da un lato l’autorità laica del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che in una nota ufficiale spiega di essere “ben consapevole del turbamento dell’opinione pubblica dinanzi alla contestazione, da parte della Procura della Repubblica di Milano al presidente del Consiglio, di gravi ipotesi di reato, e dinanzi alla divulgazione di numerosi elementi riferiti ai relativi atti d’indagine”. Dall’altro l’autorità religiosa della Santa Sede che in un commento affidato all’Avvenire, il quotidiano dei vescovi, sottolinea come “anche solo l’idea che un uomo che siede al vertice delle istituzioni dello Stato sia implicato in storie di prostituzione e, peggio ancora, di prostituzione minorile ferisce e sconvolge”. E anche la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia avverte: “Non sta a me dirlo ma bisogna prendere rapidamente delle decisioni perché il Paese ha bisogno di un governo capace di governare”.

Dal canto suo Berlusconi ha osservato che si tratta di “un’inchiesta sul nulla, è solo un processo mediatico. Lo scopo è quello di farmi fuori” avrebbe spiegato il Cavaliere secondo quanto viene riferito. E ancora: “Non ho mai pagato nessuno. Ho solo aiutato alcune ragazze che avevano bisogno”.

Queste ragazze, inoltre avrebbe aggiunto il premier, sono state trattate malissimo durante il periodo delle indagini, facendo riferimento alle perquisizioni subite. Quanto all’incontro di ieri con Giorgio Napolitano, Berlusconi è stato secco : “chiedete al Capo dello Stato” ha detto.

Il presidente del Consiglio potrà presentarsi davanti ai pm di Milano nei giorni 22, 23 e 24 gennaio, dalle ore 10 alle ore 22. Lo scrivono i magistrati nell’invito a comparire notificato al premier in qualità di indagato per i reati di concussione e prostituzione minorile, nell’ambito dell’inchiesta sulle feste ad Arcore.