Afghanistan, soldato italiano ucciso. Forse è stato fuoco amico

ROMA – Il soldato italiano ucciso oggi in Afghanistan potrebbe essere stato vittima di «fuoco amico»: è quanto si apprende da fonti della Difesa, secondo cui la vittima italiana «forse è stato fatto oggetto di fuoco da personale militare afghano o da una persona che, comunque, indossava una divisa dell’esercito afghano». Ferito, ma non in pericolo di vita, un altro militare.


– Il ferimento è avvenuto all’interno dell’avamposto – ha detto il ministro della Difesa La Russa che poi, stando a quanto riferito dall’Ansa, ha sottolineato che non si esclude che a sparare possa essere stato un terrorista in divisa. La tragedia è accaduta nell’avamposto italiano denominato ‘Highlander’, uno dei distaccamenti che costituiscono la cornice di sicurezza intorno al villaggio di Bala Murghab, nell’ovest: la task force che presidia l’avamposto è composta da alpini dell’8/o Reggimento di stanza in Italia a Cividale del Friuli, riferiscono fonti della Difesa.


L’Aula della Camera ha osservato un minuto di silenzio in omaggio al militare italiano ucciso oggi in Afghanistan. Al termine del momento di raccoglimento, in Aula si è levato un applauso unanime.


Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, appresa con profonda commozione la notizia dello scontro a fuoco avvenuto a Bala Murghab esprime i suoi sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei famigliari del militare caduto nella missione internazionale per la pace e la stabilità in Afghanistan, e un affettuoso augurio al militare ferito.


– Si tratta purtroppo di un ulteriore, carissimo contributo pagato dai nostri soldati nella loro quotidiana lotta contro il terrorismo internazionale – ha dichiarato il Ministro degli Esteri Franco Frattini esprimendo il suo personale dolore e cordoglio e quello della Farnesina per la tragica scomparsa di un militare italiano e il grave ferimento di un secondo avvenuta quest’oggi, nei pressi di Bala Murghab, in Afghanistan – . Il tragico episodio odierno è un ulteriore motivo per proseguire nello sforzo di stabilizzazione dell’Afghanistan ed ancor più accelerare il processo, già avviato, di transizione ed afghanizzazione che consentirà di trasferire all’esercito ed alla polizia afgani le responsabilità di sicurezza del proprio Paese