Relazione Alfano: la maggioranza promossa al ‘super-test’

ROMA – In pieno ‘Ruby-gate’ la maggioranza ha retto, per due volte, durante le votazioni al Senato e alla Camera a sostegno della relazione del ministro Alfano sull’amministrazione della giustizia. Il governo, infatti, soprattutto a Montecitorio dove i numeri sono più ballerini, è riuscito a respingere le mozioni presentate dalle varie anime dell’opposizione contando sull’apporto della pattuglia dei ‘responsabili’ che oggi si costituirà in gruppo, come annunciato in una lettera al presidente della Camera Fini. Un successo, commentano ministri di peso come il Guardasigilli e La Russa, mentre centrosinistra e Fli smorzano gli entusiasmi.

– Sono molto soddisfatto: il governo – ha detto Alfano – ha dato prova di avere una maggioranza ampia, di almeno venti voti nelle votazioni più sfavorevoli, e ha retto contro tutte le sfide di maggioranze alternative, e per di più su un argomento altamente sensibile, come quello della giustizia.

Opposto il parere di Bocchino.
– L’entusiasmo con cui Alfano e La Russa hanno accolto il voto della Camera – dice il presidente dei deputati di Futuro e libertà – stride con il clima da ‘cupio dissolvi’ che aleggia su governo e legislatura. Esaltarsi per l’approvazione di una risoluzione, con 305 voti su 630, ben 11 in meno rispetto alla vera maggioranza, è come suonare il violino mentre il Titanic affonda.

Comunque sia, dai banchi dell’opposizione è arrivata una bocciatura per l’operato del Guardasigilli. Per il leader dell’Idv Di Pietro, “in stretto burocratese il ministro ha detto ciò che ha fatto il governo per quanto riguarda la giustizia: e cioé poco e niente». Secondo Ferranti del Pd, “il ministro ha omesso di analizzare le cause vere della crisi della giustizia italiana”. Più sfumati i toni di Rao dell’Udc, il quale tuttavia contesta ad Alfano che “malgrado tante leggi che hanno diviso anche la maggioranza al suo interno, non è stata varata ancora alcuna riforma concreta”.